Marche, lo scandalo del Misa: fondi stanziati nel 1986 ma è tutto fermo

Tre alluvioni in 16 anni. Un solo cantiere aperto nei mesi scorsi ma non è a regime

Alluvione nelle Marche, vaste zone allagate a Senigallia dopo l'esondazione del fiume Misa
Cronache
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I fondi per mettere in sicurezza il Mesa stanziati nell’86, tutto fermo ancora oggi

Il capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha firmato l'ordinanza che disciplina i primi interventi urgenti in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato, nei giorni scorsi, alcuni territori delle province di Ancona e Pesaro-Urbino. L'ordinanza, tra le altre misure, nomina il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, commissario delegato e prevede misure per garantire l'assistenza della popolazione. '

Ma intanto infuria la polemica sul Misa. Come scrive il Corriere della Sera non ci si è mossi dal 1986, "quando sono stati stanziati miliardi per la messa in sicurezza degli argini del Misa con i Fondi per gli investimenti e l’occupazione (Fio), che si comincia a parlare di cantieri da aprire a Senigallia per evitare le alluvioni che si sono susseguite numerose fin dal 1765: solo dal Novecento sono già state 13, le ultime tre in soli 16 anni. Tutto ruota attorno alla creazione delle aree di laminazione, che servono a invasare le acque della piena e impedire che escano dagli argini e vengano mandate a valle", conclude il Corriere.

"Solo nello scorso aprile sono iniziati i lavori", spiega Repubblica, ma non sarebbe a completo regime. Luca Ceriscioli a Repubblica riassume il problema con una parola sola, troppo spesso sentita: burocrazia. «Dei lavori doveva occuparsene la Provincia, poi sono passati alla Regione perché le Province sono state abolite, poi al Consorzio di bonifica, in più i rallentamenti dovuti ai controlli Anac, le proteste dei comitati, la difficoltà per fare gli espropri…».