Milano, aria tossica. Monguzzi-Verdi: "Le misure anti-smog non funzionano"

Pianura Padana, un ‘catino’ di veleni: chi ha ragione? Il sindaco Sala? Il presidente Fontana? Parlano la ricercatrice Belpoggi e i Verdi Monguzzi e Celli

di Antonio Amorosi
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Smog a Milano
Cronache

A Milano e in Pianura Padana sembra quasi che respirare faccia male. Dopo i dati di IQAir, Monguzzi: “A Milano l’aria è tossica”. Milano muore per inquinamento. E nel tempo si inquina di più con cementificazioni e altri agenti

 

Polemiche sull’aria di Milano e la Pianura padana. Per il rilevatore svizzero IQAir la capitale economica d’Italia sarebbe al quarto posto nella classifica delle città più inquinate al mondo, dopo Delhi in India, Lahore in Pakistan e Dacca in Bangladesh.


 

Il sindaco di Milano, Beppe Sala ha commentato la notizia sostenendo sia un dato inattendibile. Per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana gli enti pubblici stanno facendo miracoli per abbassare l’inquinamento, anche se non si possono aspettare cambiamenti radicali in poco tempo. 

Abbiamo chiesto un commento a Carlo Monguzzi, ingegnere chimico ed esponente storico dei Verdi di Milano, Fiorella Belpoggi, direttrice scientifica emerita dell'Istituto Ramazzini (centro per la ricerca indipendente e la prevenzione del cancro e delle malattie di origine ambientale) e Davide Celli, consigliere comunale e figura di riferimento dei Verdi di Bologna. Sapendo che i dati di IQAir sono comunque parziali, prendono in considerazione solo 111 città al mondo con 300.000 abitanti, gli inquinanti valutati sono incompleti, così come i dati che possono arrivare da postazioni pubbliche come private, senza però, di queste ultime, conoscere gli strumenti usati e la loro taratura.

Monguzzi: “Usciamo subito da questa inutile polemica. I dati ufficiali dell'ARPA dicono che siamo messi ancora peggio di quanto dice il sito svizzero. E’ da 7 anni che non abbiamo questo livello di inquinamento, di smog, a Milano”.

Ma il sindaco Sala sostiene il contrario. Come è possibile? Al di là della posizione o meno in classifica di Milano? Monguzzi: “Quello che dice Sala l’ho letto. Quello che dico io è quello che sostengono tutti, da Legambiente a IlSole24Ore e si legge sui dati dell'ARPA, che sono inoppugnabili. Questi sono i dati, non sono le interpretazioni degli ambientalisti. Le misure non funzionano, bisogna farle meglio”.

Prima misura fra tutte?  Minguzzi: “Area C e Area B a Milano sono fondamentali, ma sono gestite male, infatti l'indice di congestione del traffico aumenta. Se aumentano le auto, aumenta lo smog. Che la città sia terza o centesima non cambia, se l'aria è tossica, è tossica”.

Belpoggi: “E’ così da tempo. Da vent'anni sappiamo che la pianura padana, per la sua conformazione, per il fatto che è densamente popolata e industrializzata, perché ha molte industrie che producono gas e molto traffico, ha livelli altissimi di inquinamento. E poi è un catino perché ha gli Appennini a sud e le Alpi a nord. E’ come una grossa vasca poco ventilata, anche avere il vento in pianura padana è una rarità e con l’assenza di pioggia è difficile un processo diverso. Tutto rimane fermo e l'umidità trattiene fra l'altro le particelle”. 

Ma i sistemi di mitigazione che si adottano? Belpoggi: “Andiamo in una direzione opposta. Vivo a Bologna e ho appena scritto una lettera al Comune perché per costruire una scuola abbatteranno 40 alberi secolari, per cui io non so se ai bimbi faccia meglio fare una passeggiata sotto degli alberi secolari o avere una scuola nuova, quando quella vecchia è lì, nello stesso parco e non capisco perché non ristrutturino quella... diciamo che buttano giù tutto per rifarla. Comunque siamo purtroppo in un momento di arretratezza culturale e di confusione”.

Celli: “Con tutte le opere di urbanizzazione e cementificazione che si stanno realizzando in pianura padana, con i produttori di inquinanti che agiscono sul territorio è più che naturale che i livelli di smog aumentino. Sono anni che lo diciamo e non vediamo un’inversione di tendenza minima, degna di questo nome. Viviamo in aree molto inquinate e la tendenza sovrana non è tentare di ridurre o mitigare l’inquinamento ma di generarne altro”.