Mimmo Lucano e i soldi alle Cayman. "Di turisti che pranzarono a Riace"

Ecco le motivazioni della sentenza di condanna all'ex sindaco di Riace. Spunta un caso su "paradisi fiscali"

Cronache
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Sentenza Mimmo Lucano, i legali non ci stanno

"Contrasteremo nel merito i singoli capi d'imputazione e le argomentazioni dell'accusa e del tribunale, a partire da quelle sui reati più gravi: associazione a delinquere e peculato". Lo affermano Giuliano Pisapia e Andrea Daqua, legali di Mimmo Lucano, commentando le motivazioni della sentenza di condanna dell'ex sindaco di Riace contro le quale presenteranno ricorso in appello. "Si possono condividere o meno le scelte sull'accoglienza e l'integrazione dei migranti ma non hanno certo portato ad una associazione a delinquere che avrebbe peraltro agito per aiutare chi scappava dalla guerra, dalla violenza e dalla fame. La sentenza poi scambia per peculato le attività di valorizzazione del territorio operate da Lucano e previste dal manuale Spar", proseguono in una nota i legali. "Rimane quindi una sentenza contraddittoria nel merito oltre che sproporzionata nella pena. Ricorreremo in appello e in tutte le sedi preposte perché è per noi evidente che solo un esito processuale diverso possa restituire dignità, solidarietà e giustizia a Riace e a Mimmo Lucano", concludono Pisapia e Daqua.

Mimmo Lucano, il caso dei soldi alle isole Cayman

Come riporta il Fatto Quotidiano, nella sentenza ci sono anche riferimenti a “paradisi fiscali”. "Nelle oltre 900 pagine il presidente Fulvio Accurso ha citato due volte le “isole Cayman”, ricordando che si tratta di un “noto paradiso fiscale” e adombrando che l’associazione “Città Futura” ha ricevuto misteriosamente denaro da qualche società che si trova dall’altra parte del mondo. Nel primo passaggio della sentenza, a pagina 97, il giudice di Locri contesta a Lucano di aver “pervicacemente taciuto sulle motivazioni per le quali l’associazione Città Futura, che egli aveva contribuito a costituire e di cui era dominus indiscusso, seppure nell’ombra, riceveva ogni mese un cospicuo bonifico dalle isole Cayman (noto paradiso fiscale), rimasto privo di ogni giustificazione”. 

Mimmo Lucano chiarisce: "Soldi di turisti che pranzarono a Riace"

Mimmo Lucano spiega a il Fatto Quotidiano nel merito: “Io non so nemmeno dove sono le isole Cayman. Ma comunque dietro quei pagamenti non c’è nessun mistero. Se i giudici me l’avessero chiesto gliel’avrei detto. Nel 2017 a Riace sono arrivati molti turisti dagli Stati Uniti. Erano comitive di 40-50 persone che per un periodo, ogni mese, venivano a Riace e volevano incontrare me per farsi raccontare la storia del nostro modello di accoglienza. C’era un tour operator che organizzava queste visite. I turisti americani arrivavano con la nave al porto di Roccella e poi con il pullman raggiungevano Riace. Non essendoci ristoranti nel borgo, si fermavano a pranzare alla taverna ‘Donna Rosa’ dove l’associazione Città Futura dava la possibilità agli ospiti di mangiare qualcosa pagando solo le spese per l’acquisto del cibo. Prima di andare via, l’organizzatore pagava con un bonifico. Oggi il Tribunale scrive di paradisi fiscali. Loro sanno benissimo che le somme sono tutte lecite e le inseriscono lo stesso per denigrarmi".