Morte Ghedini: "Notti insonni, gioventù da scapestrato e il soprannome Lurch"

Il ricordo della sorella e del nipote dell'avvocato di Berlusconi scomparso a 62 anni: "Così conquistò Silvio e vinse la timidezza, sfidando Travaglio in tv"

Cronache
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Morte Ghedini, il nipote: "Mio zio era vittima di body shaming"

Niccolò Ghedini, lo storico avvocato e consigliere di Berlusconi, è morto ieri all'età di 62 anni, stroncato dalla leucemia, malattia da cui era affetto da un anno e mezzo. "Mio fratello - racconta al Corriere Veneto la sorella Vittoria - era uno scapestrato in gioventù. La ribalta arrivò negli anni Ottanta: il celebre avvocato Piero Longo difendeva Marco Furlan, il serial killer di Ludwig, e volle Niccolò accanto a sé. Per la prima volta si trovò a rispondere all’assalto dei giornalisti e reagì con molto equilibrio: non era vanitoso ma aveva capito che anche l’aspetto mediatico aveva un certo peso. Se la cavò bene: sapeva argomentare, anche perché studiava molto".

"In poco tempo - prosegue la sorella Vittoria - imparò a vincere l’innata riservatezza e a stare davanti alle telecamere, capacità che gli tornò utile dopo il suo ingresso in politica, quando ospite di Michele Santoro si trovava a replicare alle invettive di Marco Travaglio". Anche il nipote Luca Favini svela retroscena inediti sullo zio: "Era un intellettuale: soffriva d’insonnia e trascorreva le notti a leggere ogni genere di libro. Era preparatissimo sugli argomenti più disparati: dalla cucina alle arti marziali, oltre ovviamente al Diritto. Attaccavano lui per attaccare Berlusconi. E spesso le offese scendevano su un piano personale: dicevano che era brutto, lo chiamavano Lurch, come quello della Famiglia Addams... Oggi si direbbe che era vittima di body shaming. Poi circa un anno e mezzo fa ha contratto la leucemia, e vista la sua cultura aveva capito immediatamente la gravità della situazione".