Napoli, il miracolo di San Gennaro si rinnova alle 10:07. Applausi in Duomo e il drammatico appello da Gaza: “Le armi hanno il sopravvento”
Gioia a Napoli per il prodigio di San Gennaro: sangue sciolto alle 10:07. Ma da Gaza arriva l’appello di padre Romanelli: “Armi al comando”
Fede e dolore in un’unica giornata: mentre i napoletani esultano per la liquefazione del sangue del Santo Patrono, dal Duomo risuona il videomessaggio di padre Romanelli dalla Striscia di Gaza.
Il prodigio alle 10:07: la folla in Duomo esplode di gioia
Alle 10:07 in punto, il prodigio tanto atteso dai fedeli si è compiuto: il sangue di San Gennaro si è sciolto nel Duomo di Napoli.
Ad annunciarlo è stato l’abate della Cappella del Tesoro, monsignor Vincenzo De Gregorio, accolto da un lungo applauso.
Il miracolo, che secondo la tradizione protegge la città da disgrazie e calamità, ha trasformato l’intera Napoli in una festa di fede. Come ha ricordato il cardinale Domenico Battaglia durante l’omelia:
“Le strade si fanno navate, i balconi cantorie, la città una cattedrale intera. Al centro non un trofeo, ma una memoria viva: quella dei martiri che l’amore non ha lasciato soli.”
San Gennaro, simbolo di identità e speranza per Napoli
Il miracolo di San Gennaro non è solo un evento religioso, ma un rito che affonda le radici nella storia e nella cultura partenopea. Ogni anno, tre volte — a settembre, a dicembre e a maggio — l’attenzione della città e del mondo si concentra sull’ampolla custodita nella Cappella del Tesoro.
Il prodigio, tramandato nei secoli, è diventato simbolo di protezione e appartenenza, capace di unire fedeli, curiosi e turisti.
Il messaggio da Gaza: “Morte e bombardamenti, le armi hanno il sopravvento”
Quest’anno, però, la celebrazione è stata segnata da un momento di profonda commozione. Prima dell’inizio della Messa, è stato trasmesso in Duomo un videomessaggio di padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza.
Parole che hanno gelato i presenti:
“La situazione continua ad essere molto grave in tutta la Striscia. Più di 18mila bambini sono stati uccisi, gli ospedali non hanno mezzi, i malati non hanno cure. Le armi hanno preso il sopravvento.”
Il cardinale Battaglia, visibilmente commosso, ha introdotto il messaggio sottolineando come la fede non possa mai essere separata dall’attenzione alle sofferenze del mondo.
Napoli e Gaza: due mondi che si incontrano nella fede
Il contrasto tra la gioia collettiva del miracolo e il grido di dolore da Gaza ha reso la celebrazione di quest’anno un evento unico. Da un lato, la speranza rinnovata di un popolo che si affida al proprio patrono; dall’altro, la voce di chi lotta per sopravvivere in un contesto di guerra e privazioni.
Il legame tra Napoli e la Terra Santa non è nuovo: la comunità partenopea ha spesso mostrato solidarietà con le popolazioni colpite dai conflitti, e la scelta di dare spazio al messaggio di padre Romanelli è un segnale forte della Chiesa locale.
La tradizione del miracolo: storia e significato
Il miracolo di San Gennaro viene documentato sin dal 1389 e da allora è atteso con trepidazione. Secondo la tradizione, la mancata liquefazione del sangue sarebbe un presagio di sventure per la città.
La devozione per il Santo è così radicata che ogni anno decine di migliaia di persone affollano le strade di Napoli per assistere al prodigio. Una fede popolare che, al di là delle spiegazioni scientifiche, continua a essere un collante di identità e speranza.