Oms e pandemie, Pregliasco: "Problemi in futuro per gli italiani che vogliono viaggiare (anche dentro l'Europa)". Ecco perchè
"Alcuni Paesi potrebbero richiedere i certificati". Intervista al virologo Fabrizio Pregliasco
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"Le pandemie non conoscono confini. E quando viene a mancare la fiducia tra i Paesi, a rimetterci è la cooperazione internazionale"
Nel 2024 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aggiornato le sue regole per affrontare in modo più coordinato le pandemie future. L’obiettivo? Più trasparenza, più collaborazione tra Paesi. Con 124 voti favorevoli, nessun contrario e 11 astensioni (tra cui l’Italia), è stata approvata una risoluzione che avvia un percorso per migliorare la preparazione globale alle pandemie. Tra le novità principali c’è la creazione di un sistema per condividere in modo equo virus, informazioni e benefici (come i vaccini), affidato a un gruppo di lavoro tra governi.
"Queste nuove regole non entreranno in vigore subito: dovranno essere approvate ufficialmente nel 2026 e ratificate da ciascun Paese. È importante sottolineare che la sovranità degli Stati resta garantita. L’OMS, infatti, non avrà alcun potere di imporre decisioni ai governi nazionali, come lockdown, obblighi vaccinali o restrizioni di viaggio", spiega ad Affaritaliani.it il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano. Che aggiunge: "Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha inviato una lettera ufficiale al direttore generale dell’OMS, Tedros Ghebreyesus, per comunicare che l’Italia rifiuta gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale approvati nel 2024".
Una decisione che segue la linea adottata in passato dagli Stati Uniti durante la prima Amministrazione Trump. Ma che cosa prevedono, in breve, queste nuove regole? "Introduzione della categoria di “emergenza pandemica”, più collaborazione tra Paesi, certificati sanitari digitali globali, regole comuni su viaggi, quarantene e restrizioni e anche maggiore equità nella distribuzione dei vaccini", spiega Pregliasco.
"Secondo il governo italiano, queste modifiche potrebbero limitare la sovranità nazionale nel decidere le misure sanitarie. Tuttavia, leggendo il testo, non emergono imposizioni, ma piuttosto linee guida per rendere più efficace la risposta globale alle pandemie. L’Italia continuerà a seguire il vecchio regolamento del 2005 e non userà i nuovi certificati vaccinali digitali. Di conseguenza potrebbero esserci problemi per i viaggi: in futuro, alcuni Paesi - non solo mete turistiche internazionali come Giappone, Canada, Australia - ma anche Paesi dell'Unione europea, come Germania e Francia, potrebbero richiedere i certificati previsti dal nuovo regolamento, rendendo più complicati gli spostamenti per i cittadini italiani. Le pandemie non conoscono confini. E quando viene a mancare la fiducia tra i Paesi, a rimetterci è la cooperazione internazionale", conclude il virologo Pregliasco.
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