Eurallumina e crisi industriale nel Sulcis (Sardegna), operai su un silo a 40 metri d'altezza: "Il Mimit ci convochi"

La protesta dei lavoratori della Eurallumina, con Cgil, Cisl e Uil che chiedono a Mimit, Csf, Mef e presidenza del Consiglio un intervento immediato per sbloccare le procedure di rilancio

di Federica Concas
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Eurallumina, esplode la protesta dei lavoratori: "Un intervento immediato per stanziare i fondi necessari alla continuità operativa"

Questa mattina un gruppo di operai della Eurallumina è salito sul silo n. 3 a 40 metri di altezza: così è partita la protesta dei lavoratori dell'azienda situata nel Sulcis (Sardegna), esasperati dall’inerzia istituzionale. L’azione segna l’inizio dell’assemblea permanente a Portovesme, con Cgil, Cisl e Uil che chiedono a Mimit, Csf, Mef e presidenza del Consiglio un intervento immediato per “stanziare i fondi necessari alla continuità operativa di Eurallumina, come previsto dalla legge, per garantire il pagamento delle utenze, dei salari e delle fatture delle imprese terziste e assicurare la prosecuzione delle bonifiche ambientali".

Le sigle sindacali avevano già lanciato l’allarme il 7 novembre, anticipando la possibilità di una mobilitazione generale e di una trasferta a Roma. Tre giorni dopo, il 10 novembre, era partita una richiesta formale di incontro con il ministro Urso, ma “ad oggi non è giunto alcun riscontro, ed è proprio l’assenza di una risposta, unita all’incertezza sul futuro dello stabilimento, ad aver portato alla convocazione dell’assemblea generale davanti ai cancelli”. Nel corso della riunione, lavoratori e Rsa hanno proclamato lo stato di mobilitazione permanente, sostenendo “l’iniziativa della delegazione”.

Eurallumina, il nodo delle sanzioni che blocca gli investimenti

Alla mobilitazione si affianca anche il richiamo al nodo che blocca la vertenza. Come riportato da Ansa, sulla base di una nota rilasciata dai sindacati e dalla Rsa, nonostante i risultati già ottenuti - incluso il nuovo Dpcm Energia Sardegna - resta ancora un ostacolo alla ripresa degli investimenti di Rusal ed Eurallumina, oltre 300 milioni di euro: la mancata revoca delle sanzioni patrimoniali imposta dal Comitato di Sicurezza Finanziaria.

Il provvedimento, notificato l’8 maggio 2023, ha affidato all’agenzia del Demanio la custodia e la gestione dello stabilimento. Secondo i sindacati alla soluzione giuridica va affiancata una scelta politico-tecnica che sblocchi lo stallo e consenta la revoca delle misure. Il provvedimento sanzionatorio ha infatti affidato all'Agenzia del Demanio la custodia e gestione dello stabilimento. 

Eurallumina, il confronto con le associazioni europee

“Riteniamo paradossale la disparità di trattamento applicata all'Eurallumina rispetto ad altre aziende europee consociate della stessa UC Rusal (in Svezia, Germania, Irlanda), dove i rispettivi governi - pur aderendo al regime sanzionatorio - hanno scelto di tutelare le imprese ritenute strategiche, mantenendole operative. Inoltre, la gestione finanziaria dello stabilimento, pari a oltre 20 milioni annui, è stata sostenuta sino a settembre 2025 dalla stessa proprietà (Rusal), mentre la normativa prevederebbe la gestione, anche finanziaria, da parte del Csf tramite l'Agenzia del Demanio con fondi ministeriali".

Infine, i sindacati ricordano che: “Il 6 novembre 2025, durante l'incontro tra azienda, Confindustria Sardegna Meridionale, sindacati territoriali e Rsa, Eurallumina ha comunicato di aver fissato al 12 novembre la data entro la quale ottenere certezza sullo stanziamento dei fondi necessari alla gestione. La mancata risposta ha costretto l'azienda a convocare un consiglio di amministrazione, inizialmente previsto in data 14 novembre, poi rinviato alla settimana in corso”.

Eurallumina, l’appello della Cgil al Governo 

È intervenuta anche la Cgil della Sardegna, riunita a Oristano con i segretari generali delle Camere del Lavoro e delle categorie regionali. Il sindacato esprime "preoccupazione e massima solidarietà ai lavoratori della Eurallumina" e chiede al Governo di convocare subito il tavolo richiesto dalle organizzazioni sindacali, definendo "la situazione insostenibile" dopo la protesta degli operai saliti sul silo. La Cgil rivolge inoltre un appello al ministro Piantedosi, in visita a Cagliari, "affinché si attivi per la convocazione immediata del vertice a Roma".

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