Riso al veleno, lo scivolone di Centinaio sui controlli

Il commento piuttosto ambiguo dell'ex ministro dell'Agricoltura a Restart

Di Redazione Cronache
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 Gian Marco Centinaio
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Gianmarco Centinaio ha lasciato intendere di aver permesso l'ingresso in Italia di riso contaminato da pesticidi non autorizzati imponendo dazi a diversi Parsi esportatori in Asia

Il vicepresidente del Senato, Gianmarco Centinaio, durante il puntata di Restart su Rai3 di mercoledì 20 marzo si è vantato dei dazi sul riso da lui fissati quando era ministro dell'Agricoltura. "L’Europa, sospinta dall’Italia quando ministro era Gianmarco Centinaio sul riso - ha detto Centinaio parlando di sé in terza persona - noi avevamo imposto i dazi sul riso che arrivava dalla Cambogia e dalla Birmania semplicemente perché quel riso che arriva da quei Paesi viene coltivato utilizzando sostanze chimiche che sono considerate cancerogene e che in Italia e in Europa non sono più accettate da almeno 10 anni".

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"L’altro motivo per cui noi avevamo imposto i dazi  - ha continuato - era perché il riso dalla Cambogia e dalla Birmania viene coltivato dai bambini schiavi e di conseguenza non è etico e quindi abbiamo detto ai risicoltori e agli importatori di quel riso che se volevano importarlo in Europa avrebbero dovuto pagare un dazio. Allora, visto e considerato che noi abbiamo creato un precedente a suo tempo, il precedente lo possiamo portare avanti, su tutto il resto, si chiama “reciprocità”; cioè o tu coltivi alle condizioni che l’Europa impone alla coltivazione o all’allevamento o alla pesca dei produttori europei o, in caso contrario, se non rispetti determinati standard io ti tasso".

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Alle richieste di chiarimento da parte degli altri ospiti Centinaio ha così risposto: "Se fai le indagini e dalle indagini non risulta che è avvelenato cosa fai? Cosa blocchi?". Al di là delle parole del vicepresidente del Senato, come riporta il Fatto Alimentare il Sistema rapido di allerta per gli alimenti e i mangimi europeo (Rasff) ha rilevato spesso la presenza di riso e prodotti derivati che arrivano dall'Asia contaminati da pesticidi non autorizzati e privi delle certificazioni sanitarie.