Paura a Roma, crolla la Torre dei Conti ai Fori Imperiali. Dalla Domus Aurea alle Mura aureliane: ecco gli edifici più a rischio
Dagli antichi bastioni alle opere moderne, ecco perchè il patrimonio della Capitale è a rischio
Dalla Domus Aurea alle Mura aureliane: ecco gli edifici più a rischio
Il crollo della Torre dei Conti, largamente previsto alla luce delle criticità del patrimonio archeologico romano, riapre il dibattito sulla manutenzione e sui controlli dei monumenti della capitale. Il Corriere ripercorre qualche storia. Nel 2022, una parte dell’arco di Porta Maggiore si staccò al quartiere Labicano, rischiando di colpire i passanti. Nel giugno 2018, crollò il solaio del torrione di epoca imperiale in via Campania, mentre tre mesi dopo una statua di Giuseppe Garibaldi sul Gianicolo fu danneggiata da una tempesta di fulmini.
Anche monumenti moderni non sono stati risparmiati: lo scorso 23 giugno, la scultura-installazione «Goal» di Mario Ceroli, simbolo dei Mondiali del 1990, crollò su se stessa al Flaminio, vicino a un’area giochi. Pesante 35 tonnellate e alta 16 metri, la struttura si piegò improvvisamente, sottolineando come la manutenzione sia cruciale anche per le opere più recenti.
Il Corriere della Sera ricorda inoltre il crollo del 30 marzo 2010 alla Domus Aurea, quando circa 80 metri quadrati di volta cedettero dopo giorni di piogge intense, aprendo una voragine di una ventina di metri.
Nel 2007 un tratto delle Mura Aureliane crollò a San Lorenzo, alto circa 10 metri e largo 15, mentre nel 2001 la cinta muraria nei pressi di Porta San Sebastiano cedette per oltre venti metri. Anche negli ultimi anni si sono registrati micro-cedimenti lungo l’intero perimetro della città, come riportato dal Corriere, rilanciando l’urgenza di una pianificazione rigorosa di controlli, monitoraggi e interventi di manutenzione preventiva.