Vaticano, dagli stipendi fermi da 17 anni a più welfare per le famiglie: le rivendicazioni del sindacato in vista del Conclave

Forte di 800 iscritti, l’ADLV ha pubblicato oggi, un comunicato con le sue rivendicazioni rivolto non solo (o non soltanto) ai cardinali in Conclave ma anche al futuro Papa

Di Antonino D’Anna
L'albero di Natale 2023 in piazza San Pietro
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Il sindacato vaticano si appella ai Cardinali 

Meritocrazia, stipendi fermi al 2008 con conseguente erosione del potere d’acquisto, maggiore motivazione del personale e per finire inclusione dei disabili e potenziamento del welfare. No, non è una rivendicazione di Maurizio Landini ma dell’ADLV, l’Associazione dipendenti laici vaticani, cioè il sindacato attivo Oltretevere sin dagli anni ‘80. Forte di 800 iscritti, l’ADLV ha pubblicato oggi, 30 aprile, un comunicato con le sue rivendicazioni rivolto non solo (o non soltanto) ai cardinali in Conclave, ma anche e soprattutto al futuro Papa, chiunque egli sia. Richiesto di un commento, l’ADLV ha declinato di parlare con Affari: ma il loro comunicato dice molto.

Prossimo Papa, continua a dialogare con noi. Anche se...

“Il dialogo per noi è un via obbligata e ci auguriamo che, non solo a parole, in Vaticano si rafforzi uno spirito sinodale di ascolto e collaborazione sui temi del lavoro”, scrive l’ADLV sul suo sito (http://www.adlvaticano.org/2025/04/30/lavoro-in-vaticano-rafforzare-la-stagione-del-dialogo/). Da notare che “In questo periodo di sede vacante, alcune categorie (es. il settore dei media vaticani) stanno compiendo sforzi significativi per accompagnare la Chiesa in questa fase di delicata transizione”. Mentre il dialogo con l’ULSA, l’Ufficio del lavoro della Sede Apostolica (che deve realizzare e consolidare una vera e propria comunità di lavoro e che, tramite la sua presidenza, ha poteri di proposta legislativa e regolamentare in tema di lavoro), procede abbastanza bene, l’ADLV ribadisce la necessità di “ascoltare le rappresentanze dei lavoratori, se si vuole davvero arrivare a costruire un ambiente che faccia del ‘bene comune’ una pratica concreta, e non un concetto puramente teorico. Ecco perché ci auguriamo che anche col nuovo Pontefice si prosegua su questa via, che, negli anni scorsi, abbiamo percorso con determinazione e costanza, benché non tutti i Capi Dicastero o Presidenti di enti/uffici abbiano dimostrato di apprezzare questa nostra volontà di dialogo e confronto”. A non tutti i monsignori, insomma, piace il sindacato.

Difendere i fragili e includere i disabili: sono una risorsa. E sulla sanità...

C’è poi un altro tema: per il sindacato vaticano: “La nostra collaborazione è piena laddove l’interesse dei lavoratori vaticani, soprattutto dei più fragili, diventa obiettivo primario. Infatti, per l’ADLV: “Due aspetti ci stanno ancora a cuore. Il primo è la tutela dei più fragili, in particolare dei disabili. È ora che anche il Vaticano faccia passi in avanti per includere nei propri organismi queste ‘persone speciali’, perché la disabilità non può essere equiparata all’inabilità al lavoro. Anche dai disabili possono arrivare importanti stimoli sui posti di lavoro”. Non solo: “Il secondo aspetto è il welfare. Vanno rafforzate le tutele per le famiglie, prevedendo un assegno per tutti i nuclei con figli; va migliorato il sistema sanitario interno, dando più servizi e opportunità di cura, perché la spesa sanitaria privata sta crescendo anche tra i dipendenti vaticani”.

Stipendi bloccati al 2008: tempo di agire

E gli stipendi? Anche su questo il sindacato batte cassa, la batte forte forte: “Abbiamo avuto un ruolo importante nel recente sblocco dei livelli, sebbene tale operazione abbia interessato i dicasteri in modo disomogeneo: molto, dunque, resta ancora da fare. Non dimentichiamo che, con una base stipendiale ferma al 2008, il potere d’acquisto dei salari dei dipendenti vaticani si è ridotto, a fronte di accresciuti carichi di lavoro e di meccanismi che non appaiono sempre meritocratici nell’assegnare gratifiche e promozioni”. Ahi ahi, meritocrazia dove sei? “Ecco perché servono sistemi più obiettivi e trasparenti di assegnazione, che prevedano una verifica periodica e oggettiva, quindi dimostrabile, delle competenze dei lavoratori”.

Riformare il diritto del lavoro

Per finire, le norme in tema di diritto del lavoro: “Ad oggi, sono troppi i regolamenti (quando presenti e non sospesi nel “limbo”) obsoleti, che mettono in luce una visione del mondo del lavoro ormai superata. È stata data prova di un’estrema flessibilità e pazienza, anche durante questo periodo di sede vacante, ed è arrivato il momento di rafforzare quella concertazione che in sede europea ha già dato tanti frutti” Questo perché “Il personale della Santa Sede non può essere considerato solo una “voce di spesa”, ma piuttosto una risorsa da valorizzare e motivare costantemente”. Futuro Papa, chiunque lei sia, prenda nota...

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