Strage di Cutro, le famiglie delle vittime: "Lo Stato non vuole risarcirci"

Il fondo di garanzia a totale partecipazione statale vuole essere estromesso dal processo per il risarcimento delle vittime della strage di migranti

Di Redazione Cronache
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Strage di Cutro, le famiglie delle vittime: "Lo Stato non vuole risarcirci". Ecco perchè la Consap vuole essere escluso

Il Fondo di garanzia vittime della strada, che nell'ultima udienza era stato ammesso come responsabile civile, rischia già di uscire dal processo che si sta celebrando davanti al Tribunale di Crotone nei confronti dei presunti scafisti della Summer Love, l'imbarcazione che il 26 febbraio scorso è naufragata a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro causando la morte di 94 persone. Il fondo di garanzia è istituito presso la Consap, un'azienda totalmente partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che ha come scopo quello di coprire i risarcimenti alle vittime anche per incidenti nautici avvenuti con imbarcazioni che hanno l'obbligo di assicurazione

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Nel corso dell'udienza di oggi, il Fondo - rappresentato dall'avvocato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega (in aula c'era però l'avvocato Francesco Colotti) - ha chiesto l'estromissione dal processo sostenendo che il natante naufragato non era stato utilizzato per diporto né adibito a trasporto pubblico e per questo motivo non può essere assoggettato al codice delle assicurazioni che regola anche l'intervento del fondo di garanzia per le vittime della strada. Alla richiesta di esclusione si sono opposti gli avvocati di parte civile.

Per l'avvocato Francesco Verri, invece, "lo Stato doverebbe assumere una posizione diametralmente opposta, dovrebbe costituirsi ed assumersi le sue responsabilità perchè quel natante, non assicurato, ha potuto liberamente navigare nelle nostre acque finchè non è naufragato su quella secca. Perchè lo Stato non ha controllato e non ha svolto alcuna operazione di polizia o soccorso che potesse impedire al natante di navigare nelle nostre acque. Lo Stato doveva fare rispettare la legge, cosa che non ha fatto. Lo stato però ha obblighi solidaristici e quindi ha precisi doveri. Per questo ha istituito il fondo di garanzia per le vittime di incidenti stradali o nautici. Il fatto che l'imbarcazione fosse destinata al traffico di esseri umani non esclude l'intervento del fondo di garanzia, che non si applica solo al fatto colposo ma anche al fatto colposo che deriva da una condotta dolosa". A quel punto il giudice D'ambrosio ha deciso il rinvio del processo al prossimo 29 novembre per poter esaminare la richiesta di estromissione.