Torino corteo di manifestanti per Cospito. Chiesto l'ergastolo per l'anarchico

L'anarchico è detenuto al 41 bis presso il carcere di Sassari e sta portando avanti lo sciopero della fame

Cronache

Torino, corteo di anarchici per Alfredo Cospito: chiesto l'ergastolo

Mentre la Corte d'Assise d'Appello è impegnata, oggi 5 dicembre, a rideterminare la pena, così come indicato dalla Cassazione, per il reato di 'strage politica' nei confronti di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, detenuti rispettivamente nel carcere di Sassari, in regime di 41 bis, e di Rebibbia, a Torino è sceso in strada un corteo di manifestanti. Questi sono partiti dal Palagiustizia, dove erano in presidio, dietro lo striscione Solidali con Alfredo in sciopero della fame, durante la marcia hanno acceso alcuni fumogeni e imbrattato con scritte i muri di diversi stabili. Un corteo non proprio pacifico, un barista ha riferito di aver ricevuto atti vandalici sarebbe stato malmenato da alcuni manifestanti. Sono state lanciate anche diverse bombe carta.

Alfredo Cospito in un passaggio della sua dichiarazione spontanea nel corso dell'udienza, collegato in video collegamento dal carcere di Sassari, ha detto: "Condannato in un limbo senza fine in attesa della morte, non ci sto e non mi arrendo ma continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo paese."


"La magistratura italiana ha deciso che troppo sovversivo non potevo avere più la possibilità di rivedere le stelle, la libertà, si è preferito l’ergastolo ostativo, che non ho dubbio mi darete, con l’assurda accusa di aver commesso una strage ‘politica’ per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno", ha aggiunto Cospito, che è accusato di aver partecipato all'attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano, nel cuneese, nel 2006. "Non soddisfatti, oltre all’ergastolo ostativo, visto che dal carcere continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, si è deciso di tapparmi la bocca per sempre con il 41 bis", ha aggiunto Cospito.

"Sono stato raffigurato come un sanguinario, sono state estrapolate mie frasi prese da centinaia di scritti, sono stato definito un professionista degli esplosivi ma così non è, ho fatto una sola azione violenta, a Genova ho sparato a un dirigente (Adinolfi nel 2012, ndr) colpendolo con una pistola a una gamba e quell’azione ho rivendicato, se avessi fatto altri atti li avrei rivendicati perché gli anarchici rivendicano, è una questione di onore", ha poi detto Cospito nelle seconde dichiarazioni spontanee rese in udienza.

Dichiarazione spontanea, dal carcere di Rebibbia, anche da parte di Anna Beniamino. "Questo è un processo politico" per "una strage senza strage, attribuita senza prove" ha detto Beniamino, intervenuta in video collegamento nel corso dell’udienza.
 

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