Villa Pamphili, il doppio giallo: la madre che dagli Usa pagava per Kaufmann e la barca privata

Villa Pamphili, si scava nella vita del presunto killer: ecco tutte le bugie smascherate

Il caso relativo alla morte di madre e figlia, trovate senza vita nel parco di Villa Pamphili a Roma, diventa sempre più un giallo. Tutto ruota attorno alla figura del presunto killer, quel Francis Kaufmann arrestato in Grecia che  usava una falsa identità. Dalle indagini sta emergendo sempre più chiaramente una verità molto diversa da quella raccontata dall'uomo, un sedicente regista. A quanto pare a finanziarlo non era la sua presunta attività lavorativa ma sua madre. Dall'analisi dei flussi economici di Rexal Ford, alias Francis Kaufmann, si ricava - riporta Il Corriere della Sera - che le aspirazioni del regista, sono state incoraggiate dalla liquidità materna. In parallelo si lavora alla questione del presunto femminicidio.

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Affiora, poi, che a tre giorni dal ritrovamento dei corpi il sedicente regista continuava a cercare sponde per i suoi progetti inviando mail a un amico scrittore. I magistrati valutano se affidare una super-consulenza che sciolga i dubbi rimasti irrisolti dall’autopsia. Ad oggi l’uomo è accusato dell’omicidio della bambina, forse sua figlia, la cui mamma era certamente la donna che agli agenti disse di chiamarsi Stella.

In Italia, invece, - prosegue Il Corriere - è arrivato approdando in Sicilia a fine marzo con una imbarcazione privata, un charter, eludendo così i controlli in partenza. Non è chiaro se ci fossero anche la donna e la bambina. Sui mancati provvedimenti nei confronti di Kaufmann, fermato almeno tre volte dalla polizia insieme a donna e bambina il Pd chiede chiarezza con un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno.

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