West Nile, Matteo Bassetti: “Nessuna cura, solo prevenzione. Ed ecco come capire se si è malati, tutti i sintomi”
Intervista al Direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova e Professore ordinario di Malattie Infettive all’Università di Genova
Bassetti sul West Nile: “Rischi gravi per i più fragili. Nessun vaccino, solo prevenzione”
Sempre più preoccupante il virus West Nile che, dopo la donna di 82 anni morta in provincia di Latina lo scorso 20 luglio, ha colpito ancora. Questa volta un uomo anziano di 77 anni con patologie croniche pregresse e trapiantato di cuore, che dopo aver contratto il virus è deceduto all'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma.
Abbiamo intervistato così Matteo Bassetti - Direttore della Clinica Malattie infettive dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Genova e Direttore della scuola di specializzazione in Malattie infettive dell’Università di Genova – per spiegare ai nostri microfoni i principali sintomi del virus, i rischi cui sono soggette le persone più vulnerabili e le misure di prevenzione che i cittadini possono mettere in atto per cercare di difendersi al meglio.
Dottor Bassetti, quali sono i sintomi più comuni del virus West Nile?
“Nella maggior parte dei casi, l’infezione da virus West Nile si presenta come una semplice influenza, con un aumento della febbre e un leggero malessere generale. Questo accade in circa il 99% dei casi, quindi, fondamentalmente, non è necessario alcun trattamento specifico: è come prendere un’influenza. Tuttavia, in circa l’1% dei casi, quindi in una percentuale molto piccola, può manifestarsi la forma più grave, detta neuroinvasiva, che può causare meningite o encefalite.
Queste condizioni sono tanto più gravi quanto più la persona colpita è anziana o immunodepressa. Le forme più impegnative e gravi, quelle neurologiche che richiedono il ricovero e che purtroppo possono portare anche al decesso, colpiscono principalmente persone fragili: pazienti oncologici, persone con leucemia, trapiantati, pazienti in terapia cronica con cortisone, o anziani molto avanti con l’età, come gli over 80 o over 90”.
Esistono misure di prevenzione che le persone possono adottare per proteggersi dal virus West Nile?
“Ad oggi, l’unico modo per combattere questa infezione è la prevenzione, poiché non esistono né vaccini né farmaci antivirali efficaci contro il virus West Nile. La prevenzione deve essere attuata su due livelli: da una parte, le istituzioni devono intervenire con campagne di disinfestazione delle zanzare, che andrebbero effettuate tra maggio e giugno.
Dall’altra, i cittadini devono mettere in pratica tutte le misure per evitare le punture di zanzara: usare zanzariere, repellenti cutanei, prodotti a base di citronella, fornelletti antizanzare, evitare di esporsi nelle ore del mattino presto e della sera soprattutto vicino ad acque stagnanti, e evitare di indossare indumenti scuri che attirano le zanzare.
Un’altra importante misura di prevenzione riguarda la formazione e l’educazione dei medici e dei sistemi sanitari, affinché siano in grado di riconoscere la malattia, soprattutto nelle sue forme più gravi, e affinché i laboratori siano attrezzati per eseguire gli esami del sangue o del liquor, qualora si presentassero casi particolarmente impegnativi”.