La Fondazione Biscozzi-Rimbaud a Lecce

La nuova struttura espositiva propone opere di arte contemporanea degli anni 50-60-70 con esposizioni temporanee: fino al 7/11 quella dedicata a Angelo Savelli

di Raffaello Carabini
Facciata Fondazione Biscozzi Rimbaud
Culture
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La decisione è di inizio 2018. Le pratiche per attivare la Fondazione e ristrutturarne la sede hanno richiesto oltre due anni. Il covid ha fatto il resto. Così la collezione dei noti fiscalisti Luigi Biscozzi, scomparso nello stesso 2018, e Dominique Rimbaud, sua moglie, ha impiegato fin troppo tempo per essere disponibile ai pugliesi (si tratta di un unicum nella regione) e a quanti vorranno ammirare uno spaccato di arte contemporanea italiana e non solo di altissimo livello.

Sono circa 200 le opere che la coppia ha collezionato nel tempo, cominciando nel 1969 con due litografie e passando alle più pregiate, tele e sculture soprattutto, negli anni 80. Tra queste circa 70, seguendo una rotazione delle minori, rimarranno in visione in maniera permanente nella nuova struttura espositiva situata in un palazzo già facente parte di un complesso monastico medievale, nei pressi di Porta Napoli, nella piazza su cui si affaccia la settecentesca chiesa delle Alcantarine.


André Lanskoj, Impasse sans images, 1959

«Il percorso – afferma il direttore e conservatore della Fondazione Paolo Bolpagni – prevede un itinerario cronologico e per tipologie stilistico-formali: dalle origini del contemporaneo alla sezione sull’informale in Italia e in Europa, per passare poi al filone astratto-geometrico e cinetico-programmato, alla pittura analitica e, infine, alle ricerche che oltrepassano gli statuti tradizionali del quadro e della scultura.»

Tancredi Parmeggiani, A proposito di natura, 1958
 

Citiamo, tra le più importanti, un delizioso, piccolo Notturno di Osvaldo Licini, «è stato l’ultimo regalo di mio marito» ricorda Dominique, lo storico T 1947-47 di Hans Hartung, le Dalie di Filippo de Pisis, i Gemelli di Piero Dorazio e A proposito di natura di Tancredi (Parmeggiani). Sono solo la punta dell’iceberg di un catalogo ben organizzato di arte italiana e internazionale degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, con Arturo Martini, Enrico Prampolini, Josef Albers, Alberto Magnelli, Luigi Veronesi, Fausto Melotti, Alberto Burri, Azuma, Dadamaino, Agostino Bonalumi, Mario Schifano e molti altri ancora. L’allestimento è sobrio, in un’elegante progetto architettonico in cui prevale la tipica pietra leccese.

Salvatore Sava, Sentieri interrotti, 1998
 

Tra gli artisti prediletti della coppia anche il calabrese Angelo Savelli, cui è dedicata la prima delle mostre temporanee che arricchiranno con regolarità la visita alla collezione. Angelo Savelli (1911-1995). L’artista del bianco, aperta fino al 7 novembre prossimo, presenta un innovatore, capace di attraversare il figurativo, l’informale e l’astrattismo, fino alle sue paradigmatiche “opere bianche”, risultato di sperimentazioni condotte dalla seconda metà degli anni 50 e poi progressivamente evolute. Un percorso cronologico, che, in 23 importanti esiti, porta il visitatore dai colori decisi e la densa materia pittorica iniziali fino al bianco, esclusivo protagonista di una ricerca dell’infinito inevitabilmente senza punto di arrivo.

Collezione Biscozzi Rimbaud Matino, Schifano, Zorio, Verdirame, Esposito