Le donne protagoniste della fotografia in mostra alla Fondazione Matalon

Una carrellata di 90 stampe selezionate tra le migliaia del collezionista e curatore Dionisio Gavagnin, la maggior parte vintage, che attraversa quasi un secolo

di Simonetta M. Rodinò
Vanessa Beecroft, VB52. 98. NT Castello di Rivoli, Torino, 2003, C print ape
Culture
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La donna non come soggetto artistico, ma come protagonista dell’universo fotografico. Un interessante quanto inedito viaggio per scoprire ricerche, valenze, impegni, simbologie, specificità, provocazioni, denunce tutte rigorosamente al femminile.

Al contributo determinante che hanno dato al linguaggio delle immagini è dedicata la mostra 
“Le donne e la fotografia. Le protagoniste della fotografia dal primo Dopoguerra ad oggi”, fino al
28 novembre nelle sale della Fondazione Luciana Matalon a Milano.

Una carrellata di 90 stampe, selezionate tra le migliaia del collezionista e curatore Dionisio Gavagnin, la maggior parte vintage, che attraversa quasi un secolo, con opere che vanno dal 1925 al 2018.

Dentro alla stratificazione culturale di una civiltà tutta al maschile le donne artiste cominciano a scavare per trovare in essa motivi di critica e di contestazione, sino alla affermazione di una diversa sensibilità, di un diverso modo, di concepire e di vivere il mondo.

Leni Riefensthal, Deutsche Turnerinnen, da Olimpya, 1936, stampa alla gelatina sali d'argento, cm 22.5x29.2
 

L’iter espositivo è suddiviso in quattro capitoli: “La ricerca del sé tra identità femminile e ruoli sociali”, “Simpatie”, “Donne, moda, costume”, “Sul pezzo. Dentro all’attualità”.

Curiosa la foto che apre il percorso: dal titolo “Mein Zukerl”, del 1926, raffigura una donna nuda appesa come uno zuccherino a un cucchiaino, sospesa su una tazza. E’ il primo nudo della storia della fotografia. L’autrice, l’ungherese Olga Spolarics - che insieme al marito Adorian Wlassics fondò a Vienna il Manassé Studio – riflette sul ruolo di subordinazione della donna nella società.
Tra le tante, c’è la foto della “nomade” e impegnata politicamente Tina Modotti - che nella sua breve vita ebbe una grande influenza ovunque andasse - il cui tema cardine è la denuncia delle condizioni di miseria in Messico, ben rappresentato dall’opera “Bateau  et pêcheurs, Mexique” del 1925
Altra figura innovatrice e pioniera di numerose tecniche cinematografiche fu Helene Bertha Amalie “Leni” Riefensthal, il cui nome è indissolubilmente legato a quello di Hitler. Che la fece assurgere, unica artista del Terzo Reich, a fama internazionale. In mostra una stampa relativa al film “Olimpia”, un connubio tra sport e propaganda, incentrato sui giochi olimpici estivi del 1936 a Berlino. 
Un’altra fotografa tedesca, di appartenenza politica opposta, fu Gerda Taro: la sua figura professionale resterà per sempre legata all’antifascismo, alla guerra civile spagnola – testimoniata qui da una stampa del 1936-, ai servizi fotografici dal fronte e a Robert Capa, con cui condivise amore e lavoro, sino alla propria morte nel 1937, a 26 anni.

Manassè Studio, Mein Zukerl, 1926, stampa alla gelatina sali d’argento, 15,8x11,2 cm
 

Poi Lisetta Carmi, da brava pianista concertista a pioniera nel documentare, negli anni Sessanta, l’identità di genere nella genovese Via del Campo abitata da travestiti, omosessuali ed emarginati. Realizzò la celebre serie “I Travestiti”, di cui in mostra è esposto uno scatto.

E ancora una riflessione sul rapporto fra il corpo e il mondo circostante, sulla società contemporanea, la ribellione a essere considerate donne oggetto, il rifiuto di sottostare a ideologie maschiliste. Così nei lavori di Cindy Sherman, Vanessa Beecroft, Francesca Woodman…

“Le donne e la fotografia. Le protagoniste della fotografia dal primo Dopoguerra ad oggi”
Fondazione Luciana Matalon - Foro Buonaparte 67, Milano
8 ottobre - 28 novembre 2021
Orari: da martedì a domenica, ore 10-19 -  Lunedì chiuso

Vanessa Beecroft, VB52. 98. NT Castello di Rivoli, Torino, 2003, C print, 228x178 cm