“Materia e visione”: la mostra di Maurizio Galimberti ha registrato un boom di presenze
Ultimi giorni per apprezzare il fotografo che fonde design, arte, artigianalità e fotografia
Pochi giorni ma intensi. Inaugurata il 4 novembre presso la Fondazione Rovati di Milano e in chiusura il 9 novembre, “Materia e visione” è la mostra di Maurizio Galimberti che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico e critica. Nei suoi famosi mosaici fotografici l’artista ritrae il legno di Busnelli International, creando un dialogo inedito tra immagine e materia e segnando un momento di straordinaria sintesi tra arte, design e impresa italiana.
Il progetto nasce dall’incontro tra la storica azienda leader nel tranciato ricomposto e il maestro della fotografia Maurizio Galimberti, per rispondere all’esigenza di celebrare l’artigianalità e la tradizione del legno: sia Busnelli che Galimberti sono infatti originari di Meda, nel cuore della Brianza, un luogo storico per la produzione di mobili e di progetti di alto artigianato.
“Collaborare con Maurizio Galimberti ci ha permesso di guardare al nostro materiale con occhi nuovi – dichiara Alessandro Busnelli, titolare di Busnelli International – Il legno, che da quasi un secolo è al centro della nostra storia, in questa occasione diventa protagonista di un racconto visivo capace di unire tradizione, innovazione e arte contemporanea. È un omaggio alla nostra identità e al saper fare italiano.”
Ma non solo: le 35 opere (la mostra ne espone una selezione), nate da una tecnica artigianale rivoluzionaria e avanguardistica, rappresentano la volontà di Busnelli di guardare avanti senza dimenticare le proprie radici.
L’azienda nata nel 1927 ha saputo trasformare il legno in linguaggio contemporaneo, aprendo un dialogo costante con il design: è qui che si inserisce la visione di Carlo Colombo, art director dell’azienda, i cui pattern distintivi hanno reso il legno Busnelli vere opere d’arte che vengono oggi esposte negli showroom a Meda, a Milano e in India.
“Sono cresciuto anche io in mezzo al legno, grazie a mio padre, falegname per una vita intera. Il legno rimane oggi per me il materiale per eccellenza – commenta l’architetto Colombo – un materiale che desidera diventare altro da sé stesso. Nelle creazioni per Busnelli, il design plasma la materia pura e, attraverso l’artigianalità, la eleva ad arte senza tempo. E adesso le creazioni compiono un salto ulteriore, grazie alla maestria di Galimberti”.
Protagonisti dei 35 “mosaici polaroid” di Galimberti (la mostra ne espone una selezione) sono proprio il legno, materia viva che si trasforma per diventare opera, e le impiallacciature di Busnelli che dal legno derivano – compresi i campioni creati da Colombo.
“Fotografare il legno di Busnelli è stato come entrare in un universo di texture e riflessi che cambiano a ogni sguardo – spiega Maurizio Galimberti – Nel mio lavoro ho cercato di catturare la sua anima mutevole: la materia che si trasforma in visione, la superficie che diventa racconto. È un incontro tra due artigianalità, quella del legno e quella dell’immagine, che parlano la stessa lingua”.
Se Busnelli plasma e reinventa il legno, rendendolo tela bianca per architetti e designer, il fotografo frammenta e ricostruisce l’immagine per restituirne una visione in cui i dettagli aiutano a vedere al di là della semplice materia.
“La mostra nasce da questa affinità concettuale – commenta il professor Zecchi – da due arti che trasformano il materiale in un’esperienza estetica e culturale, in cui tradizione e innovazione, incontrandosi, danno vita a un futuro straordinario”.
Le creazioni artistiche di Galimberti sono state raccolte in un volume che accoglie la prefazione e il commento del prof. Zecchi, oltre a un’intervista ad Alessandro Busnelli, titolare insieme al fratello Alberto di Busnelli International. Attraverso i mosaici fotografici, il libro diventa specchio di un’azienda che continua a reinventarsi stando al passo con i tempi, nonché la celebrazione di un percorso culturale, imprenditoriale e umano che dimostra come la materia possa diventare visione e come l’Italia sappia ancora una volta esprimere eccellenza attraverso le sue imprese, i suoi creativi e i suoi maestri.
Carlo Colombo si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1993 e inizia la sua carriera dedicandosi soprattutto al design e al marketing del prodotto industriale, alla grafica e agli allestimenti, collaborando con i migliori brand del design italiano, come Flexform, Poliform, Giorgetti, Cappellini, antoniolupi, Artemide, Flou, Bentley Home, Bugatti Home, Trussardi Casa, Elie Saab Maison, Olivari, Faber, Sahrai, Penta Light, per citarne alcuni.
Nel 2011 ha insegnato interior design presso l’Università di Beijing e attualmente è docente del corso di Interior Design presso l’Istituto Marangoni di Milano. Nel 2013 fonda a Lugano, con Paolo Colombo, lo studio A++, che si occupa di interni e progetti di architettura su larga scala in tutto il mondo, con studi a Lugano, Zurigo, New York, Miami, Dubai.
I suoi progetti sono stati esposti a Parigi, al Weserburg Museum für moderne Kunst di Brema nel 1995, al Museo delle arti decorative di Colonia nel 1996, alla Triennale di Milano nel 2016 e al MARCA (Museo delle Arti di Catanzaro) nel 2017.