Agricoltori italiani, il movimento puro e apolitico nato dalle proteste

Dopo un mese di proteste e dialogo con il governo è stato fondato un ordinamento nazionale agricoltori e pescatori che ad oggi comprende oltre trenta gruppi

di Redazione Economia
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Dopo Riscatto Agricolo nasce "Agricoltori italiani", un coordinamento nazionale che comprende anche i pescatori

Dopo la spaccatura con Riscatto Agricolo, i fondatori Fais Salvatore e Andrea Papa  hanno dato il via ad un unione tra vari movimenti, associazioni nazionali della categoria agricola fondando un movimento puro e apolitico con il nome di Agricoltori italiani.

Tenendo presente il continuo presidio dei trattori a Roma in via Nomentana, il gruppo punta a chiedere un maggiore rinforzo da tutto il comparto agricolo visto che, come sostiene il movimento, le recenti proteste e il dialogo con il governo non hanno portato a nessun risultato soddisfacente. Da qui nasce la scelta di fare un cordinamento nazionale agricoltori e pescatori che ad oggi comprende oltre trenta gruppi.

Il primo appuntamento del movimento è previsto per mercoledì 13 Febbraio in Piazza Campidoglio alle ore 11 per una manifestazione pacifica in cui verranno spiegati i prossimi cento giorni di manifestazioni organizzate su tutto il territorio nazionale da Nord a Sud. Nel frattempo verrà fatta anche una raccolta fondi destinati al reparto oncologico dell'Ospedale Bambin Gesù.

Questa novità si inserisce nel contesto delle proteste del comparto agricolo che nell'ultimo mese ha continuato ad incassare colpi, con il grano italiano che ha perso oltre 5 euro/quintale.

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Agricoltori italiano riporta: "Felici del dialogo e delle aperture da parte del Masaf chiediamo di avere entro una settimana una concretezza di impegno da parte del governo per non trasformare la rabbia degli agricoltori in una lotta contro la politica e non arrecare altri disturbi al popolo italiano." E aggiunge: "Presto saranno fatte iniziative per sensibilizzare il consumatore,spiegare la posizione della grande distribuzione che impoverisce sia il produttore sia il cittadino che acquista ( latte di mucca al produttore 0.50 cent.  Costo vendita finale oltre 2.00 euro) in pratica oltre il 200% di ricarico su tutti i prodotti."