Alajamo, la famiglia di ristoratori resta al Caffè Quadri di Venezia: maxi affitto milionario al russo Gergiev, fedelissimo di Putin
Gli affari di una delle più conosciute famiglie italiane della ristorazione i cui più noti esponenti sono i fratelli Massimiliano e Raffaele
Il business della famiglia Alajmo
Gli Alajmo, una delle più note famiglie italiane della ristorazione i cui più noti esponenti sono i fratelli Massimiliano e Raffaele, proprietaria fra l’altro del famoso ristorante Le Calandre, con un gruppo che oggi conta 12 ristoranti di alta qualità in diverse città di tutto il mondo, pagheranno nei prossimi 7 anni 3,5 milioni di euro per restare con la loro insegna nello storico “Gran Caffè Ristorante Quadri” di Piazza San Marco a Venezia, che ospita un caffè con dehors e un ristorante di alto livello.
A incassare il ricco canone sarà il russo Valery Gergiev, il noto direttore d’orchestra nato a Mosca nel 1953, che ha ereditato un quarto delle fortune (compresa la proprietà del prestigioso immobile veneziano) dell’artista giapponese Yoko Nagae, scomparsa nel 2015, sua fervida ammiratrice. Gergiev non ha mai tradito la sua salda amicizia con Vladimir Putin cosa che dopo la guerra in Ucraina gli è costata l’allontanamento dal Teatro alla Scala di Milano, dal Münchner Philharmoniker e da altre collaborazioni artistiche in giro per l’Europa.
Qualche settimana fa a Padova davanti al notaio Nicoletta Spina si sono presentati da una parte l’avvocato Domenico Ginex delegato da Chistophe Degoumous a sua volta procuratore di Gergiev, residente a Monaco e indicato come “Maestro”, e dall’altra Erminio Alajmo, padre di Massimiliano e Raffaele, qual presidente della Alajmo Spa. Scaduto il vecchio contratto d’affitto siglato nel 2016, i due ne hanno quindi firmato uno nuovo che scadrà il 31 dicembre del 2031 e che per i 7 anni con decorrenza dalla data d’efficacia prevede un canone di 500mila euro all’anno (rivalutabile Istat) da pagare in 4 rate trimestrali.
Gli Alajmo hanno una prelazione sul rinnovo dell’affitto e sulla eventuale vendita dell’immobile da parte del russo.