Angelo Moratti sbarca nell’editoria e mette le mani su Lampoon: rilevato il 10% della società

Il primo investimento editoriale della sua Acm: focus su moda, sostenibilità e crescita internazionale

di Elisa Mancini
Angelo Moratti
Economia

Angelo Moratti entra in Lampoon con una quota del 10%

Lampoon Publishing House, editrice del magazine fondato da Carlo Mazzoni nel 2015, apre a un nuovo socio: Angelo Moratti ha rilevato il 10% della società attraverso la sua Angel Capital Management (Acm). Per il gruppo guidato da Moratti, attivo in diversi settori, si tratta del primo investimento nell’editoria.

Come riporta il Sole24 Ore, la rivista, nata come trimestrale cartaceo con una versione digitale parallela, si è evoluta negli anni fino a diventare semestrale, con un formato vicino al coffee table book e una forte attenzione alla qualità grafica e narrativa. Nel 2017, a soli due anni dal debutto, Lampoon aveva raggiunto circa 2 milioni di euro di raccolta pubblicitaria, un risultato rilevante per una start-up editoriale. Successivamente, Mazzoni ha scelto di ridurre la periodicità per salvaguardarne l’identità e mantenere un livello elevato di contenuti.

Lampoon si concentra principalmente sulla moda e sulla filiera tessile italiana di alta gamma, trattata non solo come fenomeno estetico ma anche come settore industriale e culturale. Centrale la scelta di affrontare i temi della sostenibilità ambientale e sociale. "Ho osservato il lavoro e la determinazione di Carlo Mazzoni – ha spiegato Moratti – e condivido la sua visione di un’editoria che contribuisca a formare cittadini più informati e responsabili".

Con l’ingresso di Acm, l’obiettivo è rafforzare la presenza della rivista in Italia e avviare un piano di crescita internazionale. Mazzoni, che all’epoca della fondazione aveva 35 anni, ribadisce la volontà di mantenere indipendenza e riconoscibilità, puntando su contenuti di qualità in un contesto editoriale frammentato e in un settore, quello della moda, attraversato da una crisi di vendite e di immagine, e spiega: "La moda deve cambiare, deve sapere raccontare con onestà il suo percorso e deve rendere tutti più consapevoli di cosa compriamo e perché".

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