Anima, sfida per il dopo Melzi d’Eril: Giverso o Varaldo? In pole l’uomo di Banco Bpm - ecco perché

La successione al vertice di Anima si gioca tra continuità con Giverso e la spinta di Banco Bpm per Varaldo. Una scelta che decide non solo chi guiderà il gruppo, ma anche gli equilibri di potere nel risparmio gestito italiano

di Rosa Nasti

Alessandro Varaldo e Pierluigi Giverso

Economia

Anima, chi prenderà il posto di Melzi d'Eril? Corsa a due, ma il favorito è Varaldo (Banca Aletti): ecco perchè

Cambio della guardia in vista per Anima Holding, il principale gruppo indipendente italiano nella gestione del risparmio. Dopo le dimissioni di Alessandro Melzi d’Eril, destinato a prendere le redini di Mediobanca su indicazione di Mps, la società controllata da Banco Bpm ha avviato ufficialmente il processo per individuare il nuovo amministratore delegato.

Il cda, riunitosi nelle scorse ore, ha preso atto dell’uscita del manager e deciso di mantenere invariata la struttura delle deleghe operative, aprendo però la fase di selezione del successore. Una mossa che arriva in un momento chiave, perché le strategie di Anima si intrecciano sempre di più con quelle di Piazza Meda e con gli interessi, tutt’altro che marginali, di Crédit Agricole.

La sfida per la guida del gruppo si profila come un duello a due. Da una parte Pierluigi Giverso, veterano di casa, in Anima dal 2009, oggi co-direttore generale e chief business officer. Ha avuto un ruolo centrale nella crescita della società, seguendo da vicino l’acquisizione di Castello SGR e il rilancio di Kairos Partners.

Dall’altra parte c’è Alessandro Varaldo, amministratore delegato di Banca Aletti e responsabile del Wealth Management di Banco Bpm. È in carica dal 2018, ma alle spalle ha un curriculum di peso: ex ad e dg di Amundi, ex responsabile del Wealth Management di Intesa Sanpaolo, ex CCO di Eurizon Capital e, prima ancora, ruoli di vertice in Capitalia, poi confluita in UniCredit. 

Ma chi, tra i due, avrebbe davvero le qualità e la visione giusta per far funzionare al meglio la macchina di Anima? Fonti vicine al dossier rivelano ad Affaritaliani che "con Pierluigi Giverso si punterebbe sulla continuità: è sempre stato molto vicino a Melzi d’Eril e conosce a fondo la realtà di Anima, avendone seguito tutte le principali partite". 

"L’opzione Varaldo", aggiunge la stessa fonte, "sarebbe invece più in linea con gli interessi di Banco Bpm: un profilo fortemente legato alla banca, ma andrebbe nella direzione di un innesto esterno che evidentemente non conosce così bene il mondo del gruppo. Una scelta che porterebbe discontinuità, ma anche un potenziale cambio di passo".

Una candidatura però, quella di Varaldo, che favorirebbe una maggiore integrazione tra Banco Bpm e Anima, in linea con l’Opa da 1,78 miliardi di euro lanciata la scorsa primavera, che ha portato la partecipazione della banca nella Sgr milanese a sfiorare il 90%.

E infatti, proprio su questo punto, la fonte sottolinea: "Come spesso accade, gli azionisti di riferimento avranno un peso decisivo nella scelta finale. Bisognerà capire le valutazioni di Banco Bpm, che con ogni probabilità avrà l’ultima parola". Tradotto: se la logica sarà quella del controllo, la bilancia potrebbe effettivamente pendere verso Varaldo, uomo di casa Bpm.

Un punto da non perdere di vista è che le mosse di Anima si intrecciano sempre di più con i piani di Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, che vuole rafforzare il peso del gruppo nel wealth e nell’asset management. Sullo sfondo resta Crédit Agricole, azionista di peso e interlocutore di lungo corso, che osserva da vicino la partita e non esclude un futuro asse industriale che passi proprio da Anima.

Insomma, quella che si gioca attorno al gruppo milanese non è solo la corsa a una poltrona. È una partita di potere, la definizione degli equilibri nel risparmio gestito italiano: chi controllerà davvero il futuro del settore e chi, alla fine, scriverà le regole del gioco. Una questione di uomini, certo, ma ancora di più di strategie e di controllo.

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