Banca di Asti, colpo di scena. Non solo Bpm, Unicredit e Credem, un nuovo pretendente fiuta l'affare. Ecco di chi si tratta. Rumor

Mentre il presidente della Fondazione punta a una vendita fuori regione, l'attuale Ceo De Martini si oppone, e il rinnovo del board fa già presagire diverse mosse strategiche

di Rosa Nasti
Economia

Banca di Asti, entra in scena un nuovo pretendente. Rumor

Dov’eravamo rimasti? Fino a una settimana fa la corsa per CrAsti sembrava un triangolo fin troppo ordinato: c'erano Banco Bpm, Credem e l'ultimo arrivato alla corte dell’istituto piemontese, Unicredit. Tutti e tre, confermano fonti vicine ad Affaritaliani, circa dieci giorni fa avrebbero messo nero su bianco le rispettive manifestazioni d'interesse: un assist per il presidente della Fondazione (che ricordiamo essere il primo azionista con il 31,8%), Livio Negro, il quale avrebbe tutte le intenzioni di vendere fuori dal Piemonte e dunque lontano dal territorio. In questo senso, questi tre nomi, gli unici di cui si può parlare di un interesse concreto, calzerebbero a pennello nei suoi piani.

E fin qui nulla di nuovo se non fosse che, in realtà, qualcuno del territorio, e del territorio vero, si sarebbe mosso eccome. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani, anche la Fondazione Cr Cuneo avrebbe fatto sentire la propria voce manifestando interesse per la banca; un interesse tutt'altro che banale, perché pur non essendo azionista, la Fondazione avrebbe "tutte le risorse e la volontà per acquisire una parte significativa del pacchetto", spiegano le fonti. Una mossa insomma che metterebbe a tacere la polemica sulla territorialità, e che soprattutto permetterebbe alla Fondazione astigiana di alleggerire la partecipazione (principale scopo della partita), incassare liquidità e tenere la governance della banca in Piemonte. 

D’altronde, come avevamo già scritto in precedenza, la banca è il principale datore di lavoro della provincia, con un forte impatto economico e sociale, e quindi, laddove finisse dentro un grande gruppo esterno, come Bpm o Unicredit, rischierebbe di scomparire come entità autonoma. Il punto, però, è proprio questo: pare infatti che Negro non stia minimamente esplorando alcuna soluzione locale e guardi invece con più favore all'idea di far confluire CrAsti dentro un gruppo milanese più grande.

Per ora, secondo quanto ci risulta, Fondazione Cr Cuneo non avrebbe ancora formalizzato un’offerta, ma le  voci si fanno sempre più insistenti, e se davvero dovesse concretizzarsi, quella soluzione potrebbe mettere d’accordo praticamente tutti, e tornare utile soprattutto a Negro, che a ignorare una proposta di questo tipo rischierebbe di farsi non pochi nemici.

Proprio in questi giorni la Fondazione ha annunciato di aver affidato alla società Spencer Stuart, una realtà internazionale esperta di governance e leadership, l’incarico di supportare il processo di selezione dei candidati per il rinnovo del cda di Cassa di Risparmio di Asti, il cui mandato terminerà nell’aprile 2026. Ed è qui che viene al pettine un altro nodo: pare infatti che l'attuale Ceo della banca, Carlo De Martini, sarebbe tra quelli più contrari a una vendita fuori regione, e allora ecco che la scelta di pensare già a un rinnovo del board inizia a profumare forse un po' troppo di strategia. L'Ad, con un mandato in scadenza, avrebbe detto più volte 'no' ai piani di Negro, e quindi ora sarebbe quell'ingombro da spostare per portare a termine, senza intralci, il progetto delineato dalla Fondazione.

Al momento, però, non ci sarebbero nomi in lista come eventuali successori del Ceo, visto anche che l’incarico a Spencer Stuart è stato assegnato solo pochi giorni fa; in ogni caso, fonti confermano che il Consiglio comunale di Asti avrebbe convocato sia De Martini sia Negro per il 15 dicembre, per un’audizione in cui dovranno mettere sul tavolo, una volta per tutte, le rispettive posizioni sul tema.  Vedremo cosa ne uscirà, la partita però è senza dubbio più infuocata che mai. Restate connessi.

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