"Bolla dell’IA? Ci sarà, e nell’immediato: gli investitori sono stati illusi ma a farsi male saranno solo le Big Tech"
La bolla dell’IA è una questione di tempo: tra mercati nervosi, valutazioni fuori misura e investimenti che anticipano profitti impossibili nel breve. L'intervista a Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano
"Corsa all’IA? È già oltre il limite, e la bolla è più che vicina. Il danno ricadrà tutto sulle Big Tech"
Bolla o non bolla? È la domanda che innervosisce da settimane le Borse mondiali. Gli scossoni certo non sono mancati, ieri Wall Street ha vissuto un’altra seduta difficile, investita dalle vendite dei titoli tecnologici, e proprio dal settore tech sono arrivati segnali tutt’altro che rassicuranti. L’hedge fund del cofondatore di PayPal e Palantir ha venduto l’intera quota da circa 100 milioni di dollari in Nvidia; una mossa che segue quella di SoftBank e che spegne inevitabilmente l’entusiasmo degli investitori.
Ora l’attenzione è tutta sui conti di Nvidia, un vero termometro per l’intero comparto tech, ma a rendere il clima ancora più teso ci ha pensato il Ceo di Google, Sundar Pichai, che ha avvertito: "Se scoppia la bolla dell’IA non si salva nessuno", ma sarà davvero così? Affaritaliani l'ha chiesto a Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano.
"La bolla è un dato conclamato", afferma Noci. "Se prendiamo ad esempio ChatGPT, più o meno ha valutazioni che girano a 38 volte, ha moltiplicatori di valore spaventosi, superiori a quelli della bolla delle dot-com. Che ci sia una bolla è chiarissimo, e che possa esplodere è abbastanza probabile. Perché? Perché sull’intelligenza artificiale, solo in piano investimenti, OpenAI mette un trilione di dollari e da qui al 2029 si prevedono 3 trilioni di investimenti in data center".
Noci sottolinea poi la natura del problema: "Qual è il tema? Che questi investimenti sono eccessivi rispetto ai ritorni, perché l’intelligenza artificiale non è un’innovazione tecnologica che applichi e funziona subito. No. L’innovazione è epistemologica: cambia l’architettura e l’ontologia del fare business. Nel breve periodo l’IA non darà risultati, perché richiede un cambiamento del sistema, come accadde con l’energia elettrica o con il trasporto ferroviario. Innovazioni enormi che hanno bisogno di tempo perché il sistema si assesti".
La bolla, spiega, nasce esattamente da questo: "Sono investimenti e quotazioni che scontano ritorni che non possono arrivare nel breve periodo e l'intelligenza artificiale è talmente trasformativa che non può dare risultati immediati. Il paradosso è che proprio la forza dell’IA farà saltare questo effetto bolla".
Poi la stoccata alle Big Tech: "Hanno perso i freni inibitori e certe operazioni circolari non si possono vedere. È tutto il circolo delle Big Tech che ha creato questa bolla". E rincara la dose: "Le conseguenze le pagheranno soprattutto queste aziende. Sul fronte economico non mi aspetto cataclismi. Si stanno auto-pompando e alla fine il giochetto se lo fanno tra loro: è una bolla pesante, dura, ma confinata nel loro perimetro e in quello degli investitori. Possono farsi molto male, perché quando viene giù, viene giù forte.”
Ma quindi sono state le aspettative forse troppo esagerate sull'IA a gonfiare tutto? "Che gli investitori siano stati illusi non c’è ombra di dubbio, altrimenti non avrebbero investito", chiarisce Noci. "Quando l’MIT (Massachusetts Institute of Technology) dice che il 95% degli investimenti in IA fallisce, è esattamente quello che sostengo: fallisce perché è un’innovazione talmente dirompente che deve cambiare il modo di fare impresa. Ci vorrà tempo perché il sistema sia giusto".
E infine, la domanda inevitabile: la bolla può scoppiare subito? "Non sappiamo quando scoppierà, perché di solito è un episodio singolo che fa da scintilla, la classica goccia che fa traboccare il vaso. Non possiamo saperlo, ma che siamo ai limiti è conclamato, e che possa succedere nell’immediato è molto probabile".