Bollette e inflazione: crack a tavola da 575 miliardi. Agroalimentare ko

Caro bollette e inflazione, aziende agroalimentari in ginocchio. Allarme Coldiretti sui cibi sintetici in provetta: Giorgia Meloni firma la petizione

Ragazza fa la spesa al supermercato
Economia
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Energia: Coldiretti, un italiano su due taglia spesa, crack a tavola da 575 miliardi

Con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini al Villaggio dei contadini nel Castello Sforzesco di Milano dove è stata ospite Giorgia Meloni e nelle scorse ore si  svolta una manifestazione di protesta dei giovani agricoltori.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito coldiretti.it il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa. Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.

Bollette e inflazione, filiera agroalimentare in ginocchio

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti - ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

“Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale a livello nazionale” le parole del presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

A rischio ci sono anche 5450 prodotti tradizionali agroalimentari tesori del Made in Italy a tavola motore economico dei piccoli borghi dove – sottolinea la Coldiretti – nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, una ricchezza conservata nel tempo grazie a chi opera sui territori.  L’agricoltura italiana – sottolinea la Coldiretti - è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 86mila imprese e il 17% della superficie coltivata a bio contro una media europea del 9%, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (318), 526 vini Dop/Igp e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Ma vanta anche i primati produttivi mondiali (carciofi, finocchi) ed europei (grano duro, riso, pomodori, melanzane, spinaci, albicocche uve da vino e da tavola, ecc.).

“Come per il gas – continua Prandini – anche nell’alimentare l’Italia deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle per non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese”. Anche perché l’Italia però è un Paese deficitario che importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti.

“L’Italia è infatti costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare che occorre “lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione oltre a investire per aumentare produzione e le rese dei terreni contro i cambiamenti climatici”.

Coldiretti: Meloni ha firmato petizione contro cibo in provetta

Giorgia Meloni, nella sua prima uscita pubblica dopo la vittoria alle elezioni, ha firmato la petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia. Lo ha annunciato al Villaggio della Coldiretti a Milano davanti a migliaia di agricoltori arrivati da tutta Italia al fianco del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e del segretario generale Enzo Gesmundo. Si tratta del primo impegno preso da Giorgia Meloni dopo le elezioni nei confronti per combattere l'arrivo del cibo sintetico sulle tavole degli italiani. Dalla carne prodotta in laboratorio al latte "senza mucche" fino al pesce senza mari, laghi e fiumi, il cibo in provetta potrebbe presto inondare il mercato europeo - denuncia Coldiretti - poiche' gia' ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all'immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.

"La carne in provetta cancella l'identita' popolare di una intera nazione" ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "dietro l'alibi della tutela ambientale si nascondano speculazioni che portano al cibo sintetico".

Prandini, dopo aver lanciato per interventi urgenti per il contenimento dei costi energetici, ha ricordato davanti a Giorgia Meloni le proposte della Coldiretti per il nuovo Governo dai bacini di accumulo anti siccita' in grado di trattenere il 52% dell'acqua alle energie rinnovabili per le quali ha denunciato i ritardi della burocrazia su biometano e biogas con il rischio di sprecare le risorse del Pnrr. Il presidente della Coldiretti ha proposto alla leader di Fratelli d'Italia la creazione di un Ministero della Sovranita' alimentare per concentrare le competenze sparse in troppi ministeri. Ma fra le urgenze dei primi cento giorni di Governo, Prandini ha infine indicato il contenimento della fauna selvatica che distrugge i raccolti e compromettere il futuro delle aziende e dei giovani agricoltori.