Bollette, la guerra spegne la luce: 1 italiano su 2 ha paura di non farcela

Dipendenza energetica da Mosca, bollette salate e inflazione galoppante: salgono i timori e le preoccupazioni tra gli italiani

Economia
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Guerra Russia Ucraina, a Milano per il 48% degli italiani la crisi energetica è la principale fonte di preoccupazione. Il report 

Mentre la guerra tra Russia e Ucraina non accenna a fermarsi, le preoccupazioni tra gli italiani continuano a crescere. Soprattutto a livello economico. Al centro dei timori comuni la dipendenza delle importazioni di energia dall’estero, i pagamenti delle bollette di luce e gas (sempre più salate) e l’ombra di un’inflazione ormai galoppante. Nel quadro della crisi bellica, alla luce delle difficoltà negli approvvigionamenti di energia e dei rincari dei prezzi, attraverso una nuova ricerca, Changes Unipol e Ipsos cercano di mettere in fila tutti questi punti.

E tra numeri e percentuali, dal report emerge un dato chiaro: la prima fonte di preoccupazione tra gli italiani è la dipendenza energetica da Mosca. Sul campione preso in esame, il 35%, ovvero un intervistato su due, si dichiara infatti affranto e allarmato per la crisi in atto. A livello geografico, l'area metropolitana dove questo timore è sentito maggiormente è sicuramente Milano, dove il 48% lo indica al primo posto. Segue poi Bologna con il 42%, Verona al 39% e Firenze al 38%.  Mentre la generazione X, compresa tra 41 e 56 anni, è la fascia di età che, rispetto alle altre, mostra una sensibilità maggiore sul tema, indicato come preoccupazione principale nel 39% dei casi.

Guerra Ucraina, il possibile ricorso al nucleare e la transizione verso le fonti rinnovabili 

In tale contesto energetico, nucleare e transizione verso le rinnovabili sono altri due temi cruciali. Nel report il possibile ricorso all'energia nucleare viene indicato dal 48% tra le principali preoccupazioni e, nel 23% dei casi, come prima minaccia in assoluto.

Segue il rischio che non venga data priorità alla transizione energetica e alle fonti rinnovabili: in questo caso è il 54% degli italiani a mostrarsi nel complesso preoccupato, sebbene solo il 15% lo indichi come timore principale.

La riattivazione o l'apertura di centrali a carbone è fonte di preoccupazione per il 43% degli italiani ed è la principale preoccupazione per un italiano su dieci, ma questo timore raddoppia tra chi vive in prossimità di queste centrali: 18% vs 9%. Minore inquietudine destano, invece, la costruzione o l'aumento di produzione dei rigassificatori e la costruzione di nuovi gasdotti, indicati entrambi soltanto dal 4% degli intervistati come maggiore minaccia. 

Mentre un possibile ricorso all'energia nucleare preoccupa di più al Sud con Bari al 25%, Napoli al 24%, Palermo 23%, è a Roma e Napoli che è maggiore il timore di un depotenziamento della transizione ecologica, rispettivamente nel 21% e nel 20% dei casi, anche in considerazione del fatto che in entrambe le città la corrispondente missione del Pnrr era ritenuta tra quelle prioritari e.

A livello generazionale, anche qui sono i giovanissimi della generazione Z ad esprimere più dubbi sul nucleare, complessivamente il 47% non è favorevole, mentre i boomers si rivelano i più aperti e ben disposti, ma comunque non oltrepassando il 51% di consensi. 

Guerra Ucraina, i rincari dei prezzi e la stangata sulle bollette di luce e gas 

Ma non solo energia e diversificazione. Ad allarme gli italiani più da vicino sono anche i rincari dei prezzi e le bollette di acqua, luce e gas. Oltre l'80% degli intervistati dichiara, ad esempio, che potrebbe far fatica ad affrontare nel prossimo futuro la spesa. Mentre la percentuale di chi dichiara di avere un tenore di vita molto basso si alza al 91%. 

Tra le altre voci, il 31% teme di non riuscire a sostenere le spese per la benzina e, sempre nel 31% dei casi, le spese per le cure dentistiche. Nelle aree metropolitane le preoccupazioni economiche sono ancor più sentite: rispetto alla media Italia, spaventano soprattutto le cure dentistic, per il 34% degli intervistati, le spese per la casa quali affitto, mutuo o condominio per il 32% e le spese per i figli per il 16%. È soprattutto nelle metropoli del Sud e Isole, come Palermo, Napoli o Bari, così come a Verona, dove la possibilità di andare in difficoltà di fronte alle spese viene indicata con maggior frequenza.