Snam rimanda il closing per l'acquisizione di Open Grid Europe? Gli effetti sul titolo in Borsa

Un solo nodo davanti alla riuscita dell'operazione. Ecco di che cosa si tratta

di Sandro Mantovani
Economia

Borsa, Snam (-0,7%) in coda: verso rinvio closing operazione Open Grid Europe

In un Ftse Mib (+0,8%) quasi tutto in territorio positivo e con ribassi comunque contenuti, in coda scivola Snam (-0,71%), mentre appare probabile un rinvio del closing dell’acquisizione da parte di Snam della partecipazione del 25% nella tedesca Open Grid Europe, inizialmente atteso per la fine del terzo trimestre 2025 (a vendere è Infinity Investments di Abu Dhabi).

Come ha scritto nel weekend Il Sole 24 Ore, le ragioni principali sarebbero da collegarsi alle preoccupazioni espresse in estate dal governo tedesco per la presenza (seppur minoritaria, 35%) dei cinesi di State Grid in Cdp Reti, a sua volta socio di controllo di Snam.

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Il quotidiano non esclude nemmeno un ripensamento da parte del nuovo management di Snam nonostante il deal sia vincolante: "Sull’operazione – conclusa dall’ex Ceo Stefano Venier in aprile, solo un mese prima di essere sostituito da Agostino Scornajenchi – Snam e i suoi azionisti avrebbero avviato una riflessione approfondita. Difficile dire dove porteranno queste valutazioni: la strada è tracciata da accordi vincolanti, ma il quadro è fluido.

Sul mercato c’è chi sostiene che il deal, seppur con ritardi, verrà finalizzato, ma anche chi arriva a ipotizzare, come scenario estremo, un clamoroso dietrofont". Infatti, l'operazione era soggetta a tre condizioni sospensive: l’ok dell’Antitrust tedesco, il mancato esercizio della prelazione da parte degli altri soci della holding lussemburghese che controlla Open Grid Europe (la belga Fluxys, British Columbia Management e Munich Re) e l’autorizzazione ai sensi della normativa tedesca sugli investimenti esteri da parte di Berlino.

Quest’ultima, di fatto un Golden Power, rappresenterebbe al momento il vero nodo nel percorso verso il closing. Come ricordano gli analisti di Intermonte, "all’epoca dell’offerta (equity vale 920 milioni di euro) il management di Snam aveva previsto un impatto sull’utile netto annuo in un range compreso tra il 2% e il 3% medio nel periodo dell’attuale piano strategico, senza alcun impatto sul merito di credito e sulla politica dei dividendi del gruppo. Per quanto riguarda i numeri 2025 l’impatto sul quarto trimestre era atteso in area 10-15 milioni".

La guidance 2025 non è stata ancora aggiornata post offerta su Oge. "Nonostante l’acquisizione del 25% di Oge rimanga coerente con la strategia di Snam (focalizzazione sempre più forte su asset europei e rotazione periodica del portafoglio di Associates, pari a oltre 3 miliardi a fine primo semestre), riteniamo che un eventuale dietrofront sul deal portare a una minore pressione sulla leva finanziaria di Snam", aggiunge Equita, ricordando che, "seppur finanziato con un bond ibrido, il deal porterebbe il rapporto Nd/Ebitda 2025 (calcolato includendo gli ibridi come debito) vicino a 7 volte".

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