Bpm, piano non prima di settembre. No di Cimbri all'M&A con Bper. Ecco perchè

Giovedì in Piazza Meda il Ceo Castagna ha ribadito ai sindacati il proprio interesse per la costruzione del terzo polo con Bper. Ma Unipol ha altri piani.Rumors

di Andrea Deugeni
Il Ceo di BancoBpm Giuseppe Castagna
Economia
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Il mantra ripetuto anche giovedì scorso da Giuseppe Castagna in un incontro  a Piazza Meda con i sindacati è stato quello che il nuovo piano industriale, dopo quello disegnato a febbraio 2020 e reso inutile dalla pandemia, verrà ripresentato una volta che la banca avrà di fronte un quadro post-Covid più preciso. Chiarezza che, dopo il notevole miglioramento della congiuntura per il nostro Paese certificato anche dalla revisione al rialzo delle stime di crescita per quest’anno da parte della Commissione europea, a cui seguirà anche quella del governo italiano, è già di fatto all’orizzonte. Completano il quadro anche le aspettative meno pessimistiche della Bce sul deterioramento generale della qualità degli attivi bancari.


L'amministratore delegato di Unipol Carlo Cimbri

Dopo aver fatto un excursus sulle attività del gruppo in questi mesi, le sigle hanno rivelato che l’amministratore delegato di Banco Bpm ha anche ribadito la propria preferenza per la creazione del terzo polo bancario, istituto alternativo ai due big player Intesa-Sanpaolo e UniCredit per cui non è un mistero che guardi a Bper. Un’operazione che, a detta di Castagna - riferiscono sempre i sindacati - potrebbe dare valore aggiunto a entrambe le banche, simili come storicità e dimensioni.

Per un M&A lungo la Via Emilia, in Piazza Meda pare che si continuino ad attendere tempi più maturi, visto che Castagna avrebbe aggiunto, rivelano infine le associazioni di rappresentanza dei bancari, che al momento Bper è concentrata a terminare l’armonizzazione degli sportelli ex Ubi. Processo che invece il gruppo emiliano ha già completato a metà giugno.

Fonti interne al Banco spiegano ad Affaritaliani.it che è probabile che il nuovo piano industriale per lo stand-alone possa essere presentato in autunno. Non prima. Tempistica che consentirebbe al gruppo di capire se davvero si potrà invece concretizzare un’operazione societaria di risiko bancario.

Fonti finanziare vicine a Unipol rivelano che il “no” di Carlo Cimbri, primo azionista in Bper con il 18,9%, a un’operazione con Banco Bpm è pressoché definitivo. Almeno nel 2021, primo perché a Bologna hanno altre strategie di sviluppo: in Via Stalingrado vogliono portare a termine il progetto-fusione con la Banca Popolare di Sondrio (dove, come primo step, il 31 maggio Unipol è salita al 9,01% e dov’è in essere già un accordo di bancassurance) e porsi come vero playmaker della creazione del terzo polo, da cui procedere con geografie ad hoc e acquisti di asset interessanti per la crescita che l’assicuratore ha in mente.

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Secondo, perché ora Banco Bpm costa troppo (4,03 miliardi di market-cap contro i 2,4 miliardi di Bper) e una governance da disegnare con la massima attenzione fino all’ultima virgola non consentirebbe alla compagnia bolognese di avere mani libere sul nuovo gruppo del credito dai cui sportelli piazzare le proprie polizze tramite cross-selling.

@andreadeugeni