Caro-bollette, nucleare? Non solo per il conto a fine mese.Anche per i giovani

Fusione nucleare e problema energetico: il problema per i giovani di oggi e per quelli che verranno, è drammatico

l'opinione di Paolo Diodati
Fusione Nucleare
Economia
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Il problema del caro-bollette e non solo...

In un precedente articolo (Bollette, il nucleare non salverà gli italiani: il carbone sarà indispensabile) c'era inserita un'informazione della massima importanza e che pochi conoscono: nonostante i millenni di utilizzo del carbone da parte di tutta l'umanità, la quantità di energia ancora ricavabile dai giacimenti noti, supera di ben 50 (cinquanta) volte, quella ricavabile dalla somma di tutti gli altri giacimenti ovviamente a esaurimento: gas, petrolio ed elementi pesanti, come uranio 235, plutonio 239 e torio, usati per il funzionamento delle centrali nucleari a fissione, attualmente in funzione.

Sorvolando sul difficilissimo calcolo per avere una previsione su quando l'acquisto di quegli elementi pesanti, in via d'esaurimento, renderebbero antieconomica la realizzazione di centrali a fissione, per rendere un'idea della drammaticità della nostra situazione, basta ricordare questa stima: se non fossero realizzate nuove centrali (e in Italia, suonata la sveglia, si ricomincia a parlare di necessità di costruirne), le riserve di materiali da cui estrarre gli elementi pesanti ricordati, potrebbero durare dai 20 ai 30 anni. Dopodiché si potrebbe ricavare uranio dai fosfati, tirando avanti per altri 80/100 anni.

Ma se si svegliano i paesi ritardatari, perché arretrati tecnologicamente e anche quelli come il nostro, ultracivili, però con troppi figli dei fiori e fantasiosi irresponsabili che, dopo aver distrutto tutto quello che potevano distruggere, senza pensare al domani, stanchi di tutto, hanno voluto sperimentare "la fantasia degli ignoranti integrali al potere", irretiti dal fascino dei Vaffa-day, che fine faranno quei 20/30 e 80/100 anni? Noi abbiamo fatto e continuiamo a fare una bella pacchia.

Ma che dire a figli e nipoti? Raccontiamo che dopo lo sfascio di cui sopra Grillo, facendo ridere, da ignorante irresponsabile, ipnotizzava i babbei, sognatori di fumo? E che anche per loro, abbiamo perso altri sei o sette anni? Quindi, il problema per i giovani di oggi e per quelli che verranno, è drammatico: le centrali a fissione dureranno poco. Per quelle a fusione, che imitano il funzionamento del Sole, ricordiamo il clamore dell'annuncio del 9/2/22.

Era lo stesso giorno in cui su Affaritaliani c'era, in evidenza come editoriale, l'articolo sulla benzina sintetica e sulla necessità di ricorrerci di nuovo, utilizzando appunto, il carbone. Anche Affaritaliani fece il suo dovere: su ogni pagina due righe in rosso macroscopico davano l'annuncio, come se la realizzazione di centrali a fusione, grazie alla grande scoperta, fossero ormai a portata di mano.

(Segue...)

Poiché nell'editoriale sul carbone c'era scritto che "per le centrali a fusione, ogni volta che si arriva alla data prevista per la realizzazione, si sposta l'obbiettivo di 25 anni, sembrava una smentita della "regola". Come stanno veramente le cose? Il 1989 per il problema fusione fu un anno storico: due elettrochimici americani Fleischmann e Pons annunciarono trionfalmente d'aver realizzato un Sole (freddo) in provetta, cioè quella che furoreggiò come la "fusione fredda".

Dopo 33 anni il clamore s'è spento, il fuoco di ricercatori che hanno dedicato la loro vita ad accendere un Sole in provetta, non del tutto spento, brucia sotto una coltre di cenere. Riporto l'originalissimo commento, scritto in un lavoro su Nature, vero epitaffio umoristico sulla stato d'arte dei lavori sulla fusione fredda: "Se avessimo un po' di prosciutto potremmo fare un sandwich, ammesso che riuscissimo a trovare un po' di pane."

(Da un articolo, sulla fusione fredda, di David Lindley, Nature, 29 marzo 1990, 374 -75) I matti (così vengono chiamati ora quelli che s'intestardiscono ancora con la fusione fredda) non sono davvero matti: poiché alcuni teorici d'alto livello (vedi Giuliano Preparata, Emilio Del Giudice) hanno trovato uno spiraglio che la renderebbe possibile, i matti, consapevoli delle terribili difficoltà per arrivare all'utilizzazione della fusione, hanno sacrificato e sacrificano la loro vita e quasi certamente carriera e reputazione, per toccare con mano l'impossibilità del sogno. Da un certo punto di vista sono agli antipodi di Speranza e dei suoi scienziati governativi monoculari.

Per loro esiste una sola possibilità per la scienza. I fusionisti freddi vogliono verificare se è davvero così o se ci sono strade alternative. L'esperimento JET, quello del clamoroso annuncio, è l'esperimento di fusione che è in corso vicino Oxford da circa 30 anni e dove collaborano 480 persone provenienti da tutti i paesi europei. La notizia diffusa, nulla aggiunge a quanto già si sapeva ed era stato fatto. Batte, dopo 25 anni, il record di durata dell'accensione, che è ora di 5''. Solo in pochissimi hanno fornito questo particolare: la macchina fornisce meno energia di quella che consuma. Forse la "bomba" serve a spingere al (ri)finanziamento di ITER (collegato con JET) che, per ora, è al triplo del costo stimato (10 miliardi iniziali) ma si parla di costi ben più alti. Inoltre ITER è solo un prototipo piccolissimo del possibile reattore per la produzione.

Tutto ciò ricordato, con l'esemplare epitaffio umoristico per la fusione fredda, volevo alludere anche alla fusione calda? Non esattamente, ma un po' sì, visto il clamore mondiale suscitato dalla notizia-bomba, rinforzato in Italia dal bel parlare della sorridente Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR. Non si tratta, per carità, di un epitaffio. Ma, visto il clamore e la situazione reale... "Se avessimo una macchina che, accesa, non rischiasse di arrivare alla fusione di sé stessa per eccesso di calore, per cui dopo 5' devi spegnerla e raffreddarla, potremmo farci una bella centrale a fusione, ammesso che riuscissimo a ricavare più energia di quanto ne consuma."