Confindustria vede nero sulla crescita: "Incerto il Pil del secondo trimestre"
La guerra in Ucraina, i rincari delle commodity e la scarsità dei materiali generano un clima "grigio". Il calo del Covid spinge turismo e servizi
Confindustria, la guerra in Ucraina e la scarsità di materiali si fanno sentire sui conti delle imprese
Ottimismo in vista assente, Confindustria continua a vedere nero sulla crescita. "L'andamento del Pil italiano nel secondo trimestre 2022 è molto incerto, sintesi di dinamiche contrastanti: nel complesso, appare molto debole. Prosegue, infatti, la guerra in Ucraina e con essa i rincari delle commodity e la scarsità di materiali, con cui fanno i conti le imprese": questo è quanto emerge dall'indagine flash del Centro studi che sottolinea come il calo dei contagi potrebbe sostenere turismo e servizi, ma l'inflazione frena i consumi delle famiglie.
Il calo delle restrizioni anti-pandemia ha creato le basi per un recupero più robusto del turismo (spesa di viaggiatori stranieri a -25% a marzo dal pre-Covid, era -84% nel 2021). La mobilità per il tempo libero è infatti in aumento, ma non è ancora pienamente ristabilita (-4,8% a maggio per gli italiani).
Inoltre, il reddito e i risparmi accumulati delle famiglie italiane vengono erosi dai forti rincari di energia e alimentari (che contano per il 9,2% e il 19,5% del paniere di spesa). Questi fattori potrebbero limitare il recupero dei consumi "fuori casa".
Perciò, il rimbalzo dei servizi nel secondo trimestre potrebbe essere inferiore rispetto alle attese iniziali. Questo scenario è coerente con la dinamica del PMI: in forte flessione a maggio (53,7 da 55,7), pur continuando ad indicare un'espansione nei servizi.
Confindustria: resiste l'indutria, le costruzioni trainano gli investimenti
Nel complesso, secondo il report, l'industria resiste, tra dati discordanti, le costruzioni sono in salute e trainano gli investimenti, ma nei servizi c'è meno rimbalzo. La fiducia delle imprese manifatturiere (109,3 a maggio, da 109,9) è in costante diminuzione da novembre.
A ciò si affianca un progressivo deterioramento degli ordini. L'indice Pmi continua a scendere (51,9 a maggio, da 54,5), ai minimi da un anno e mezzo, restando appena in area di espansione; la stessa indagine segnala un calo di attività e domanda. La produzione, invece, fino ad aprile sembra reggere, andando molto sopra le attese (dopo il -0,6 per cento nel primo trimestre).
Il rischio è che questa resilienza produttiva delle imprese industriali italiane non duri a lungo, perche' i margini sono molto ridotti (in alcuni casi negativi) a causa dei rincari delle commodity. La forbice con gli indicatori qualitativi si potrebbe chiudere al ribasso nei restanti mesi del secondo trimestre. Il calo delle restrizioni anti-pandemia ha creato le basi per un recupero più robusto del turismo (spesa di viaggiatori stranieri a -25 per cento a marzo dal pre-Covid, era -84 per cento nel 2021).