Crisi gas, Draghi non intende fare extra deficit. Teme le reazioni dei mercati

Il premier si prende 20 giorni per un nuovo provvedimento. La cifra messa a disposizione sarà tra 8 e 10 mld, non 30 come chiesto da Salvini e Conte

Economia
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Crisi gas, Draghi prende tempo. Italia sempre più verso il razionamento

Il governo prende tempo sul provvedimento per affronatre la grave crisi energetica che è in atto. Il premier Draghi non intende fare nuovi scostamenti di bilancio, rimandando al mittente le richieste provenienti da Salvini e Conte. L'intervento – si legge sulla Stampa – per affrontare i nuovi aumenti del prezzo del gas ci sarà ma prendendo tutto il tempo necessario a "valutare la situazione". A Palazzo Chigi la battuta con cui Enrico Letta aveva bollato di «scarsa credibilità» chi ha prima provocato la crisi e ora chiede al premier uscente di farsi carico delle scelte è stata registrata con soddisfazione. La cifra da cui si inizierà a ragionare oggi nelle stanze del governo oscilla fra gli otto e i dieci miliardi, il minimo indispensabile per confermare e rafforzare alcune delle misure approvate con i precedenti due decreti di aiuti. Per evitare incidenti fra la chiusura delle vecchie Camere e l’insediamento delle nuove, l’ipotesi più probabile resta quella di un emendamento al decreto aiuti bis, ma il tempo stringe e si rischia di non riuscire ad approvare il provvedimento prima delle elezioni.

Draghi - prosegue La Stampa - non vuole assumersi la responsabilità di scelte azzardate non solo per ragioni politiche, ma anche di buon senso: due giorni fa il numero uno della Banca di Francia ha avvertito che a settembre occorre «un significativo aumento dei tassi di interesse» da parte della Banca centrale europea. Con queste premesse, affrontare i mercati con un intervento in deficit significherebbe sfidare gli investitori a nuove scommesse al ribasso sui conti italiani, con conseguenze sullo spread fra i titoli di Stato italiani e tedeschi. . Prima dell’estate Draghi ha cercato il consenso di Berlino al tetto ai prezzi, nella speranza di isolare il governo olandese, cinicamente interessato alla fluttuazione libera alla Borsa di Amsterdam.