Dimissioni Draghi e rialzo dei tassi: dove conviene aprire un conto corrente

Il governo italiano volge al capolinea e la Bce rialza i tassi d'interesse di 50 punti: la classifica di soddisfazione degli istituti di credito

Economia
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I clienti apprezzano di più gli istituti di credito innovativi e meno i colossi bancari (causa costi e commissioni). L'indagine 

Mentre il presidente del Consiglio Mario Draghi rassegna le sue dimissioni e la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde rialza i tassi di intresse di 50 punti (è la prima volta da undici anni), i mercati non danno segnali positivi, viaggiando in un clima volatile. Lo scenario politico-economico, denso di incertezze, tra crisi energetica e recessione, rischia inoltre di mettere ulteriormente sotto pressione qualcosa di più tangibile: le banche e i conti correnti dei cittadini.

Per molti Italiani la scelta della banca di fiducia risulta quindi ancora di più una decisione difficile, soprattutto nel cambiare istituto. Tendenzialmente, infatti, si vuole rimanere fedeli alla banca in cui si è aperto il primo conto corrente. Nonostante ciò, è importante che le banche creino un rapporto di fidelizzazione solido con i clienti, comunicando e offrendo un’ampia gamma di prodotti e servizi nella maniera più trasparente. I dati dimostrano che mantenere un conto aperto per molti anni con la stessa banca non è per niente conveniente. 

Dall’indagine annuale di Banca d’Italia pubblicata a inizio gennaio, emerge che i conti aperti da più di 10 anni costano più del doppio di quelli aperti nell’ultimo anno. Nell’annuale indagine statistica Altroconsumo ha esaminato il grado di soddisfazione dei correntisti rispetto al servizio offerto dalla propria banca, affidandosi a 34.135 valutazioni dei soci. 

Inoltre al fine di orientare i consumatori tra i costi, l’Organizzazione ha provveduto ad analizzare i foglietti FID (Fee information document - il documento informativo sulle spese) di 19 grandi banche scelte tra gli operatori tradizionali e quelli online, confrontando gli Icc (Indicatori di costo complessivo) per tre profili tipo tra i sei individuati dalla Banca d’Italia: giovani, famiglie con operatività media e pensionati con operatività media.

Dimissioni Draghi e rialzo dei tassi, promossi gli istituti di credito più innovativi come Fineco e illimity 



 

Tramite un questionario è stato misurato non solo il livello di soddisfazione generale, ma anche gli eventuali costi e commissioni extra, la trasparenza del servizio e i criteri di home banking. Dai risultati emerge che non primeggiano le banche tradizionali  più diffuse sul territorio con le loro agenzie (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Bnl, Bper), al contrario in vetta alla classifica si trovano Fineco e Banca Popolare Etica. Seguono Illimity Bank e Widiba, entrambe innovative e soddisfacenti per quanto riguarda costi e commissioni. Tutte guadagnano un punteggio superiore a 75 nella classifica, nonché il sigillo di “Banca consigliabile”. 

Dimissioni Draghi e rialzo dei tassi: in crescita i costi per pensionati (+5%) e famiglie (+4%) 



 

Dall’analisi dei foglietti FID emerge che i conti correnti costano in media il 2% in più dell’anno scorso. A subire gli aumenti più consistenti sono pensionati (+5%) e famiglie (+4%) sia quando le operazioni sono fatte che online che allo sportello. Viceversa, sembrano diminuire i costi per i giovani, sempre più agevolati nell’apertura di un conto corrente attraverso offerte appetibili, al fine di rendere anch’essi fidelizzati nel lungo periodo.

I risultati riportati nella seguente tabella (rilevazione di maggio 2022) evidenziano la differenza sostanziale tra i conti correnti tradizionali e quelli online – i conti con operazioni allo sportello risultano più alti in media del 36% rispetto a quelli online – rivelando che le banche più care siano in realtà quelle più diffuse sul territorio, come ad esempio Intesa Sanpaolo XME Conto (195,20 euro allo sportello e 180,40 euro online). Al contrario, Banca Sistema SI Conto!Corrente in cima alla classifica costa solo 28 euro allo sportello e 20 euro online. Dai risultati si evince quindi che se non si sceglie il conto giusto si possono spendere anche quasi dieci volte tanto. A tal proposito, Altroconsumo mette a disposizione un servizio di comparazione online, che consente di individuare il conto più conveniente considerando il profilo di utilizzo dei consumatori.



 

Gli step per trasferire il proprio conto in una nuova banca più conveniente

La procedura tradizionale di chiusura del conto prevede diversi passaggi. È fondamentale in primo luogo aprire il nuovo conto all’interno della banca prescelta, trasferire domiciliazioni e pagamenti periodici comunicando alla vecchia banca le coordinate del nuovo conto, e infine, chiudere quello vecchio in maniera definitiva. 

Secondo i risultati dell’analisi Altroconsumo sui foglietti informativi emerge che, dal momento della consegna della documentazione necessaria alla chiusura, si va dai 7 giorni lavorativi della Banca Popolare di Sondrio ai 70 giorni del Monte dei Paschi di Siena. Nel caso in cui non venissero rispettati i tempi massimi, il cliente se è in grado di provare che ha subito un danno economico, può chiedere un risarcimento.

Al contrario, dal 2017 un sistema che permette di cambiare banca in modo più semplice e rapido è rappresentato  dalla “portabilità del conto corrente e dei conti di pagamento”. La procedura consiste nel compilare un modulo ad hoc nella nuova banca, dove si indicano tutti i servizi di pagamento da dover trasferire, e infine chiedere il passaggio della giacenza del conto.

Dal momento della firma del modulo, vengono calcolati 12 giorni lavorativi entro cui l’iter può concludersi, nel caso in cui si sfori, la banca è tenuta a pagare un indennizzo pari a 40€ fissi, a cui viene aggiunto un indennizzo variabile in base al prodotto della giacenza del conto da trasferire al momento della richiesta, ai giorni di ritardo e al tasso massimo ai fini dell’usura in vigore al momento della richiesta di portabilità. Se a seguito del reclamo, la banca non risponde entro 60 giorni, il correntista può fare ricorso all’Arbitro bancario e finanziario.

Sono numerosi i cambiamenti nel settore bancario avvenuti negli ultimi anni, molti istituti storici sono stati fusi in altre banche. In questo caso, i rapporti di conto corrente vengono ceduti direttamente alla nuova banca, senza necessariamente variare le condizioni del correntista. In caso contrario, è possibile modificare le condizioni, purché ci sia un preavviso di almeno 60 giorni e dei motivi validi.

Un esempio è l’iter di fusione tra Credito Valtellinese e Crédit Agricole Italia, che purtroppo ha causato una serie di problemi di pagamento, transizione e funzionamento dell’app. In queste circostanze, i clienti insoddisfatti possono fare reclamo a Crédit Agricole, la quale dovrà rispondere entro 15 giorni lavorativi. Se così non fosse, è possibile rivolgersi anche in questo caso all’Arbitro bancario e finanziario. Queste fusioni hanno quindi modificato le dinamiche di mercato, spesso a scapito dei clienti, che hanno visto ridursi il numero delle banche e quindi diminuire l’offerta di prodo­tto. 

Un altro snodo importante per il sistema bancario, che è attualmente all’analisi dell’Antritrust, riguarda la commissione per il prelievo contanti dallo sportello atm. Bancomat Spa, la società che gestisce il circuito degli atm, gli sportelli automatici per il prelievo ha presentato una proposta che prevede che ogni banca proprietaria dell’atm decida in autonomia quanto addebitare per ogni prelievo (con un massimo di 1,50 euro), annullando l’a­ttuale commissione interbancaria di 0,49 euro. In questo modo però non viene favorita la concorrenza, andando a penalizzare le banche piccole e quelle online che hanno meno sportelli sul territorio. Per questo Altroconsumo è parte a­ttiva nel procedimento contro Bancomat Spa aperto dall’Antitrust e che si chiuderà entro il prossimo 31 ottobre.