Dazi e crisi, dollaro Usa in caduta libera a maggio: il peggior calo dall'era Covid. Ma per l'Europa non c'è niente da festeggiare
Quinto mese consecutivo in calo per il dollaro Usa che viene scambiato a 0,85 euro per un dollaro. Se da un lato è un'"occasione" per andare in vacanza negli Usa, dall'altro è un serio problema per il nostro export
Dollaro Usa in ribasso: problemi e opportunità per L'Europa
Quinto mese consecutivo, maggio, in calo per il dollaro Usa che viene scambiato a 0,85 euro per un dollaro. Si tratta del livello più basso dopo quanto registrato dell'epidemia di Covid del 2020. Un'ottima occasione dunque per andare in vacanza negli Stati Uniti anche se, a livello economico, il dollaro basso comporta problemi per l'Europa. Il crollo infatti trascina con sé i colossi dell’export europeo. Tutti i settori dipendenti dalle esportazioni, principalmente beni di lusso, salute e tecnologia, sono in sofferenza. Tanto che gli analisti di Jp Morgan prevedono perdite significative per gli esportatori europei con la perdita di valore della valuta statunitense.
Per l’Ue comunque questo è un momento importante se riuscisse nell'intento di posizionare l'euro come valuta di riserva alternativa, un’opportunità interessante e forse unica per la valuta comunitaria, che potrebbe così garantire costi di finanziamento ridotti per i governi e per le imprese dell’Ue. Il risultato però non sarà possibile senza una precisa linea economica condivisa dagli stati membri e senza emettere Eurobond congiunti. Anche Fabio Panetta governatore di Bankitalia ha più volte sollecitato l'emissione di un titolo pubblico europeo dopo le politiche protezioniste del presidente Usa Donald Trump, lesive per l’economia globale dato che il sistema monetario internazionale è incentrato sul dollaro.
Del resto sono proprio le altalenanti decisioni sui dazi dell'amministrazione Trump alla radice del crollo del biglietto . E secondo gli analisti qualsiasi recupero del dollaro sarà probabilmente breve e relativamente contenuto. Questo perché la tendenza al rialzo non è sufficiente a rassicurare gli investitori, che preferiscono muoversi con prudenza visto che, dopo un apparente passo avanti verso la Cina, il presidente Usa ha di nuovo alzato il tiro. Il cambio continuo di strategia che non fa bene all'economia Usa.
Tanto che a fine aprile, quando c'è stato il primo tonfo del biglietto verde a seguito dei commenti di Trump sul presidente della Fed Powell, il presidente Usa è corso subito ai ripari con dichiarazioni più contenute, negando qualsiasi intenzione di licenziamento. In quel frangente la discesa del dollaro è stata rallentata ma lo scenario resta instabile. Unica gioia il prezzo del petrolio che resta basso in Europa perchè legato a doppio filo al dollaro. In compenso sono schizzati all'insù beni rifugio come l'oro e monete sicure come il franco svizzero.