Effetto Trump al contrario, il dollaro mai così male dal 1973. Dazi, guerre e instabilità

Biglietto verde in calo del 10% su scala globale nel primo semestre. Ecco che cosa sta succedendo

di redazione economia
Economia

Crollo del dollaro e dazi sospesi, ma per l'Europa non è una buona notizia: i motivi

Il primo semestre dell'amministrazione Trump è stato ricco di eventi, molti di questi tragici a causa delle varie guerre, ma non solo. Il tycoon è intervenuto in prima persona su molti dossier a livello internazionale (vedi i dazi) e questo ha provocato diversi scossoni a livello economico globale. Per il dollaro, il semestre appena concluso è stato il peggiore addirittura dal 1973, il biglietto verde - riporta Il Sole 24 Ore - ha subito un calo del 10% su scala globale a causa delle incertezze che si sono create sull’andamento dell’economia Usa e soprattutto sulla tenuta dei suoi conti pubblici dopo l’insediamento di Donald Trump. Negativo anche il bilancio del petrolio (-10% rispetto a inizio 2025) per i timori di un generale rallentamento dell’economia globale e per le politiche portate avanti da Opec+.

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Ma per l'Europa questo crollo del dollaro non è esattamente una buona notizia. Diversi analisti - prosegue Il Sole - sostengono che l'Ue nel 2025 avrà un incremento annuo degli utili minimo, si arriverà a stento dell’1%, contro l’8,4% negli Usa) ma non mancano i fiduciosi. "I nostri modelli indicano un’economia in miglioramento nei prossimi trimestri e suggeriscono già un aumento delle stime degli utili prospettici a 12 mesi di circa il 10% entro l’inizio del 2026" suggerisce UniCredit, che sottolinea d’altra parte anche come sia probabile che una Federal Reserve meno accomodante delle attese "finisca per pesare sulle azioni Usa, le cui valutazioni sono già eccessive". Più convinzione sembra esserci invece sugli altri due movimenti di fondo del 2025. "La tendenza strutturale all’indebolimento del dollaro resta intatta" secondo Goldman Sachs, che sottolinea "la crescente difficoltà di attrarre dall’estero capitali per coprire l’ampio disavanzo delle partite correnti degli Stati Uniti".

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