Energia, incubo crac per le aziende. E la Francia ci spegne la luce per 2 anni

70 imprese e mezzo milione di posti di lavoro a rischio. E Parigi avverte che stopperà per due anni il dispacciamento di elettricità verso l'Italia

Economia
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Incubo energia, 70 aziende e mezzo milione di posti di lavoro a rischio

Confindustria nella Congiuntura flash di settembre ha condotto due simulazioni econometriche per il prezzo del gas: la prima che rimanga fino a fine 2023 a 235 euro/mwh (il valore medio di agosto); la seconda a 298 euro/mwh (il livello medio atteso dai futures). L'impatto per l'economia italiana (rispetto a un baseline in cui il prezzo del gas è tenuto fermo alla media dei primi 6 mesi del 2022: 99 euro) è stimato in una minore crescita del Pil del 2,2% e del 3,2% cumulati nel biennio 2022-2023, nei due scenari, e in 383mila e 582mila occupati in meno.

L'abnorme rincaro del gas e i rischi di carenza sui volumi - sottolinea ancora Confindustria - hanno un impatto pesante sull'Italia e gli altri paesi europei, importatori di gas. L'incidenza dei costi dell'energia sul totale dei costi di produzione potrebbe salire fino all'11,0% nel 2022 e fino al 14,6% nel 2023 per l'economia italiana, dal 4,6% pre-pandemia. Per la manifattura, l'incidenza dei costi energetici, nello scenario peggiore, atteso dai mercati, finirebbe al 10,2% nel 2022 e al 13,7% nel 2023, più che triplicata rispetto al 3,9% pre-crisi. Non a caso, secondo la Stampa, ci sarebbero almeno 70 aziende italiane a rischio per i prezzi fuori controllo.

Parigi avvisa: "Stop all'elettricità per due anni"

E intanti la Francia minaccia di spegnere la luce all'Italia. Il messaggio di Edf recapitato all’esecutivo Parigi vale il 5% del nostro fabbisogno e viene riportato da Repubblica. "I fornitori francesi avrebbero prospettato uno stop biennale al dispacciamento di energia, con tutte le conseguenze (purtroppo negative) sulla stabilità della rete e sul mix degli approvvigionamenti. Che ora andrà rivisto. Il gruppo di controllo attivo tra esponenti del Mite e di Terna, gestore della rete di alta tensione italiana, potrebbe cercare tra le pieghe delle recenti iniziative di risparmio e aumento delle importazioni di gas le risorse per fare fronte all’eventualità. Potrebbero esserci ricadute anche sul gas naturale, la materia prima con cui si produce oltre metà dell’energia elettrica italiana".