Energia, altro che transizione green: anche l'Olanda riaccende il carbone

Mentre la Russia si prepara a tagliare i flussi di gas all'Europa, dopo Berlino e Vienna, anche Amsterdam revoca le restrizioni sul carbone

Economia
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Guerra Ucraina, gli olandesi dipendono da Mosca per circa il 15% delle forniture di gas, rispetto a una media del 40% nell'Ue

Mentre la Russia riduce gradualmente i flussi di gas verso l'Europa, l'Olanda annuncia la revoca delle restrizioni alla produzione di elettricità da carbone. E lo fa meno di 24 ore dopo la decisione di Germania e Austria per un maggiore utilizzo del combustibile.

Le centrali olandesi a carbone possono ora "funzionare a pieno regime invece del massimo del 35%", in vigore da gennaio 2022 nel Paese al fine di ridurre le emissioni di CO2, ha annunciato il ministro olandese dell'Ambiente e dell'Energia, Rob Jetten. La decisione olandese, "preparata con i colleghi europei", ha spiegato Jetten, arriva il giorno dopo annunci simili in Germania e Austria per utilizzare piu' carbone cosi' da compensare il calo delle consegne del gas russo.

Il governo tedesco ha riferito domenica che utilizzerà le cosiddette centrali a carbone di "riserva", attualmente ritenute 'ultima risorsa', per garantire la sicurezza energetica del Paese mentre Mosca continua a tagliare i flussi di gas verso l'Europa. Il che vuol dire, concretamente, che alcune centrali rimarranno operative piu' a lungo di quanto previsto nel piano di transizione energetica tedesco.

L'estensione di alcune centrali elettriche sarà "una misura a breve termine", per un periodo "limitato" fino a marzo 2024, ha tenuto a precisare Berlino. "L'uscita dal carbone nel 2030 non vacilla affatto", ha assicurato oggi il portavoce del ministero tedesco dell'Economia e del Clima, Stephan Gabriel Haufe. E ha chiarito che questa scadenza resta "piu' importante che mai".

Anche l'Austria, dipendente anche dal gas russo, ha annunciato domenica il prossimo riavvio di una centrale a carbone in disuso per poter sopperire a un'eventuale penuria. Sullo sfondo di una situazione di stallo tra i paesi occidentali e Mosca nel contesto della guerra in Ucraina, il colosso Gazprom ha gia' interrotto le consegne a numerosi paesi europei, tra cui Polonia, Bulgaria, Finlandia e Paesi Bassi.

La scorsa settimana Gazprom ha annunciato tagli alla consegna del gas attraverso il gasdotto Nord Stream. Ci si aspetta ora che la Russia chiuda ancora di piu' i rubinetti nei prossimi mesi. Per la Germania la situazione e' "grave", visto che continua a importare il 35% del suo gas dalla Russia - contro il 55% di prima della guerra - anche se l'approvvigionamento del Paese resta per il momento garantito, a detta del ministro dell'Economia Robert Habeck.

Gli olandesi dipendono invece da Mosca per circa il 15% delle forniture di gas, rispetto a una media del 40% nell'Ue. "Vorrei sottolineare che al momento non c'e' una grave carenza di gas", in Olanda, ha insistito Rob Jetten. "Tuttavia, piu' paesi sono ora sotto pressione - ha spiegato - e questo ci preoccupa".