Evasometro, che batosta per chi non paga le tasse: arriva l'algoritmo che inchioda i furbetti. Ma anche lui può sbagliare
Dai movimenti bancarie ai saldi finanziari, fino alle informazioni provenienti dall’estero: ecco come combattere l'evasione fiscale. L'analisi di Luca Bisignani, partner di Proactiva Corporate & Tax e Raffaele Di Capua, fondatore dello studio Di Capua & P
Arriva il nuovo "evasometro": controlli più mirati, tecnologie avanzate e focus sui grandi patrimoni, ecco cosa cambia davvero
Nel 2025 il Fisco italiano si doterà di un nuovo strumento per contrastare l’evasione: il cosiddetto evasometro, evoluzione tecnologica e mirata del vecchio redditometro, superato con il Decreto Legislativo 108/2024. L’obiettivo è ambizioso: superare i controlli generici per concentrarsi sui contribuenti a più alto rischio, come quelli con debiti fiscali superiori a 50.000 euro o grandi patrimoni all’estero, grazie a un sistema che incrocia automaticamente i dati provenienti da banche dati nazionali e internazionali.
Ma come funziona nel concreto e quali sono le reali novità? Luca Bisignani, partner di Proactiva Corporate & Tax, spiega ad Affaritaliani.it: "Nel nostro ordinamento è presente da decenni una norma, nota come redditometro, che consente all’amministrazione finanziaria di accertare possibili incongruenze sulle spese sostenute che facciano ragionevolmente presumere che vi possa essere uno scostamento tra il reddito effettivo e quello dichiarato. Tuttavia, la sua applicazione è sempre stata molto limitata e accompagnata da forti polemiche".
Con la riforma del 2024, lo strumento è stato di fatto svuotato restringendone l’ambito di applicazione e limitandola ai casi in cui lo scostamento sopra richiamato fosse almeno di 10 volte l’assegno sociale annuo, circa 70mila euro. "Il nuovo evasometro, però, è un'altra cosa– prosegue Bisignani - è uno strumento tecnico di analisi che mira ad indentificare i soggetti più a rischio concentrando su di essi le attività di accertamento, utilizzando anche il cosiddetto redditometro". Il vero cuore del nuovo evasometro è l’incrocio automatizzato di dati: dalle movimentazioni bancarie ai saldi finanziari, fino alle informazioni provenienti dall’estero grazie allo scambio automatico previsto dal Common Reporting Standard (CRS).
Il Generale Luigi Vinciguerra, della Guardia di Finanza, ne ha illustrato l’evoluzione in audizione alla Camera, sottolineando il ruolo dei nuovi algoritmi intelligenti, capaci di selezionare i soggetti ad alto rischio evasione basandosi su una mole imponente di informazioni. Secondo Bisignani, "l’enorme progresso tecnologico che stiamo vivendo potrà fornire, ed in parte lo sta già facendo, strumenti poderosi alla lotta all’evasione fiscale. L’importante è che di pari passo cresca la capacità da parte delle amministrazioni finanziarie di maneggiare tali strumenti in modo idoneo, ragionevole e con adeguata capacità critica".
Anche Paolo Borghi, partner dello studio Moore Professionisti Associati, sottolinea il salto di qualità: "il nuovo Evasometro 2025 rappresenta un’evoluzione intelligente del vecchio redditometro. Piuttosto che colpire genericamente il contribuente medio, si concentra su casi ad alto rischio reale, sfruttando tecnologie di data analysis e cooperazione internazionale (CRS). Il sistema, se ben applicato, migliora l’efficacia dei controlli fiscali, riducendo gli abusi e proteggendo i contribuenti onesti".
Ma, avverte Borghi, il successo dipenderà dalla trasparenza del sistema: "tuttavia, sarà fondamentale che venga garantito il diritto alla difesa e la trasparenza sui criteri usati per l’attribuzione del punteggio di rischio”. Più cauto è Raffaele Di Capua, fondatore dello studio Di Capua & Partners: "Il nuovo evasometro, evoluzione dell’analisi del rischio fiscale basata sull’incrocio dei dati finanziari e bancari, segna un passo ulteriore verso l’automazione del controllo tributario. È uno strumento potente, ma da usare con prudenza: il rischio è che l’algoritmo generi falsi positivi o colpisca contribuenti in buona fede”. Di Capua insiste sulla necessità di regole chiare e contraddittorio garantito, per evitare che l’automazione dei controlli si trasformi in una macchina spersonalizzata. "Come commercialista, vedo la necessità di un equilibrio tra lotta all’evasione e tutela del contribuente, con regole trasparenti e contraddittorio garantito".