Evergrande, la crisi finanziaria del colosso cinese indebolisce il mondo

La terribile crisi finanziaria del gruppo immobiliare cinese, dovuta a un debito monstre di ben 300 miliardi, sta trascinando al ribasso diverse Borse mondiali

di Lorenzo Goj
Economia
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Effetto domino. La paura che incute la terribile situazione finanziaria del gruppo cinese Evergrande, che ha registrato oggi oltre -10%, affossa la Borsa di Hong Kong (-3,39% a seduta non ancora chiusa), trascinando al ribasso non solo le società di sviluppo immobiliare ma anche banche e assicurazioni. Infatti, sotto pressione anche i titoli delle compagnie di assicurazione AIA e Ping An Insurance, con perdite oltre il -7%.

Ma non è tutto. A causa della crisi del “Grande Rinoceronte Bianco”, come viene soprannominato il colossale gruppo immobiliare cinese, si è indebolito anche lo yuan offshore in un movimento generale probabilmente amplificato dal fatto che gli altri listini asiatici, da Tokyo a quelli cinesi, oggi erano chiusi per festività.

Male anche la Borsa di Sydney e il dollaro australiano, con l'indice S&P/ASX 200 sceso di oltre il 2%, trascinato al ribasso dai titoli dei colossi minerari Rio Tinto, Fortescue Metals Group e BHP, con perdite fin oltre il 4%. Inoltre, il ferro ha esteso le perdite al di sotto di 100 dollari a tonnellata.

Sono orientati al ribasso il futures europei e americani e in leggero aumento i rendimenti dei titoli del Tesoro Usa in vista della riunione della Fed (Banca centrale USA) di mercoledì, dove ci si attende possano cominciare a essere gettate le basi per un riduzione degli stimoli monetari. Infine, l'indice d'area Stoxx 600 cede l'1,83%, scivolano Parigi e Milano (-2,3%), Francoforte (2,1%), Madrid (-1,9%) e Londra (-1,5%). Sul fronte valutario, l'euro sul dollaro passa di mano a 1,1708, in calo dello 0,15%.