Ex Ilva, Taranto trema: risarcimento danni miliardario ad Arcelor e strade ancora bloccate dagli operai

Le proteste dei lavoratori continuano: anche il sindaco al presidio notturno

di Marco Santoni

Adolfio  D'Urso

Economia

Ex Ilva, tra presidi notturni a Taranto e soluzioni estreme per evitare i licenziamenti

La situazione per l'ex Ilva di Taranto si fa sempre più preoccupante. Si sta cercando di trovare soluzioni per garantire continuità all'acciaieria e le proteste dei lavoratori che rischiano la cassa integrazione o peggio ancora di perdere l'impiego, non si placano. Intorno alla mezzanotte di ieri il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, e il vice sindaco, Mattia Giorno, sono stati al presidio dei lavoratori e delegati sindacali dell'ex Ilva sulla statale Appia per Bari, presidio che rientra nello sciopero a oltranza proclamato dalle 12 di ieri dalle sigle Fim, Fiom, Uilm e Usb. "Abbiamo detto al sindaco e al vice sindaco - dichiara ad AGI Davide Sperti, segretario nazionale e provinciale Taranto della Uilm - di non andare all'incontro del 5 dicembre convocato dal ministro Adolfo Urso al Mimit".

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Il governo, mentre continua a lavorare a una soluzione per Taranto, valuta anche una soluzione alternativa, seppur complicata: la causa legale contro la gestione dei franco-indiani di Arcelor Mittal. L'atto - riporta Il Giornale - dovrebbe essere depositato a metà mese, tra il 15 e il 18 dicembre, quindi subito dopo la nuova tornata di manifestazioni di interesse previste per l'11 dicembre. E prevederebbe un conto molto più salato delle prime stime rivelate a metà ottobre dal ministro delle Imprese Adolfo Urso: ammonterebbe infatti a 5 miliardi la cifra di procurato danno ridefinita da Mimit e commissari che stanno gestendo l'amministrazione straordinaria. Un miliardo in più dell'iniziale perizia.

Oltre al blocco della statale 100 Taranto-Bari, in atto da ieri, stamani lavoratori dell'ex Ilva e sindacalisti hanno attuato blocchi sulla statale 106 e nell'area imprese del siderurgico. Nelle ultime ore l'azienda dell'appalto Semat Sud ha annunciato la chiusura e 220 licenziamenti. Nella tarda serata di ieri ha raggiunto il presidio dei lavoratori il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, al quale i sindacati hanno chiesto di non partecipare all'incontro al Mimit del 5 dicembre perché il ministro Urso ha convocato riunioni separate per i siti del Nord e del Sud mentre i sindacati chiedono un tavolo unico a Palazzo Chigi.

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