Fed, sesta pausa di fila: attesa per settembre. Ma cresce il timore di zero tagli in tutto il 2025
Pausa scontata, ma i mercati temono il rinvio dei tagli. Dentro la Fed c’è chi vorrebbe agire prima. Il commento di Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades
Jerome Powell
Fed ferma ancora: sesta pausa sui tassi, possibile taglio solo a settembre
Questa sera è attesa la decisione della Fed, che secondo le stime, dovrebbe lasciare invariati i tassi federali, al 4,25–4,50%, per la quinta riunione consecutiva. Ciò significa che la decisione critica verrà rimandata a settembre, anche se alcuni membri FED spingono perché si anticipi il movimento. A mantenere un atteggiamento cauto è soprattutto Jerome Powell che adotterà probabilmente un tono neutro e attendista: l’obiettivo è infatti quello di ottenere chiarezza sul contesto macro prima di prendere decisioni, che potrebbero rivelarsi un boomerang se l’inflazione persistesse ai livelli attuali.
La conferenza stampa sarà determinante perché vi saranno domande su inflazione, dati sul lavoro e impatti dei dazi. Ma la Fed dovrebbe rimanere data dependent comunque. Lo scenario base è quindi caratterizzato da tassi fermi fino a settembre, seguiti da un taglio di 25 bps (-0,25%) e un secondo possibile a dicembre. Vi è però anche uno scenario hawkish, ovvero nessun taglio nel 2025, se dati mostreranno ancora inflazione resistente e mercati del lavoro solido. All’interno del board Christopher Waller insiste per un taglio immediato, citando rischi occupazionali e pressioni tariffarie temporanee.
Non bisogna dimenticare, poi, le pressioni dell’amministrazione sul Consiglio direttivo della banca centrale, con il Presidente Trump che continua a monitorare Jerome Powell. Nel mentre le divisioni interne, con almeno 2 governatori contrari a mantenere i tassi attuali, offrono segnali precursori di possibili future svolte. La reazione dei mercati potrebbe essere negativa, nel caso di nessun taglio nel 2025, mentre il dato di oggi parrebbe assolutamente scontato nei prezzi attuali di azionario, obbligazionario e valute, con il dollaro in decisa ripresa e l’Euro sotto pressione. Mercati pronti a una Fed “in pausa”, quindi, ma che guardano al “forward guidance” come driver principale dei prossimi mesi.
*analista di ActivTrades