Farinetti e i santi in paradiso, al centro che ospita FICO prestati 2 mln di euro

Quale impresa ha un tale favore? Il Comune di Bologna fa da banca. E intanto la Sanità emiliana si prepara ad annunciare un buco da 400 milioni di euro

di Antonio Amorosi
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Economia

Farinetti da guru a fiasco. Il Centro Agro Alimentare di Bologna, dove ha sede FICO, riceve dal Comune a guida Pd un prestito da 2 milioni di euro. "La Coop sei tu..." e quindi presti tu...

Oscar Farinetti star televisiva, Oscar Farinetti possibile ministro dell’Agricoltura, Oscar Farinetti guru della cultura alimentare italiana. Ve lo ricordate tutte le sere in tv? Quando diceva: “Il grande salto dall’essere buoni all’essere giusti è l’abbinamento con la furbizia. Se riusciamo a essere furbi e coraggiosi diventiamo giusti”. E anche qualche santo in paradiso aiuta! 

Sarebbe bastato concentrare le eccellenze agroalimentari italiane in una vetrina mondiale per farne un successo. Ma come avevamo spiegato già al momento della progettazione, FICO non è nato per concentrare davvero le eccellenze del Belpaese. E così si è tramutato in un flop con milioni di euro bruciati, pochi visitatori, investitori nei guai e l'ombra della speculazione immobiliare.

In queste ore il Comune di Bologna ha deciso di versare 2 milioni di euro al Caab, Centro Agro Alimentare di Bologna, dove hanno sede l’opera di Farinetti e i supermercati Coop. La “creatura” non ha liquidità.

Ma attenzione è solo un prestito, almeno per quanto c'è scritto sulla carta. Un’erogazione a una società controllata non sarebbe legittima. Le difficoltà hanno intaccato in profondità il grande progetto del cibo bio e gourmet, per giunta di fianco a un inceneritore, che prometteva milioni di turisti, di fatturato e migliaia di posti di lavoro.

Nella delibera appena approvata dalla giunta del sindaco di Bologna, Matteo Lepore (Pd), ex responsabile del territorio per Legacoop (la settimana prossima la delibera passerà in Consiglio Comunale), si legge: “Necessità di fare fronte al piano di rimborso dei mutui in essere, accesi al fine di estinguere anticipatamente il debito storico verso il Comune di Bologna (in particolare l’esercizio 2023 è particolarmente gravato dal piano di rimborso, essendo previste rate per 2,5 milioni, oltre al rimborso di 1 milione di finanziamento hot money) e dall’altro alle conseguenze della pandemia da COVID-19 che ha influito negativamente sulla redditività del Fondo PAI Comparto A, con conseguente mancata distribuzione di dividendi da parte del fondo stesso e difficoltà di realizzazione della cessione delle quote del fondo detenute da CAAB (entrate che la società contava di utilizzare per l'estinzione dei mutui in essere); l’andamento negativo del Fondo PAI Comparto ha inoltre comportato la risoluzione di un contratto di pubblicità sull’intera area CAAB/FICO e ritardi nei pagamenti da parte di Prelios degli oneri condominiali e dei canoni di locazione del lastrico accessi; in seguito alla crisi, a partire dal 2020, inoltre CAAB ha ricevuto alcune disdette di contratti di concessione e locazioni e ha registrato un ritardo nello sviluppo dei progetti di internazionalizzazione, ma la società conta di tornare alla piena occupazione degli spazi del mercato nel 2023”.

Non c’è liquidità per pagare i mutui e alcuni contratti sono stati disdetti. “Il prestito di emergenza viene chiesto, tra le altre cose, perché CAAB non è riuscito a vendere le quote del Fondo PAI, quote il cui valore dipende anche da FICO e su cui al momento nessuno vuole investire, segno di come sta andando il parco” spiega ad affaritaliani.it, Manuela Zuntini, supervision analyst di Banca d’Italia, e ora nel Consiglio comunale di Bologna con Fratelli d’Italia. “Di fatto, il CAAB rischia e non poco. Dovrà restituire il prestito al Comune entro fine anno e la possibilità di vendere le quote PAI è legata al rilancio di FICO, prospettiva davvero difficile come dimostrano le recenti vicende societarie”.

Il progetto sembra andare a ramengo. Tra le altre c’è stata anche l’idea annunciata dalle Coop di costruire dentro Caab uno stadio provvisorio con 16.000 posti. Lo stadio del Bologna va in ristrutturazione e gli ultras diventano una possibile àncora di salvezza. “Ma neanche questa idea sta vedendo ancora la luce”, racconta Zuntini.

“La richiesta di soccorso che il CAAB ha fatto al Comune palesa la difficoltà finanziaria della partecipata. Dopo grandi promesse e attese mirabolanti, adesso emerge che la società non ha nemmeno i fondi per ripagare le rate dei mutui bancari. Emerge poi che la società aveva informato il Comune già il 20 dicembre 2022 delle sue condizioni, ma in fase di discussione del bilancio nulla è stato detto… la Giunta ha quindi chiuso un occhio in fase di bilancio? È questa la capacità di gestione e trasparenza della Giunta Lepore sulle partecipate?”

In più la prospettiva non sembra rosea neanche per la Regione di Stefano Bonaccini che come ente amico potrebbe arrivare in soccorso. Ma la Regione ha i suoi problemi ed è pronta ad annunciare un “buco” nella Sanità. Le cifre precise si conosceranno a fine marzo, ma si preannuncia per il 2023 un “buco” nella Sanità di 400 milioni di euro, eredità degli ultimi esercizi, le spese Covid, i rincari energetici e l’inflazione.

Ma la domanda che sorge è: che garanzie dà il Caab di restituzione del prestito di soldi pubblici viste le cattive condizioni del grande progetto? Nessuna in realtà, continuano a fare affidamento sulla cessione delle quote che il Comune ha investito nel progetto di FICO.