Fusione Nexi-Sia, l'Antitrust dà l'ok per la fusione: fuori le condizioni

La società guidata da Paolo Bertoluzzo ha ricevuto l'ok da parte dell'Autorità per l'integrazione di Sia, ma solo a specifiche condizioni "comportamentali"

di Lorenzo Goj
Economia
Condividi su:

Fusione Nexi-Sia, Antitrust dà l'ok per la fusione ma solo a specifiche condizioni

Manca sempre meno alla chiusura dell’operazione. L’Antitrust ha autorizzato, con alcune condizioni, la fusione per l’incorporazione di Sia in Nexi. Annunciata lo scorso ottobre, l’istruttoria è stata avviata dall'Antitrust in quanto l’operazione potrebbe portare la nuova entità ad assumere una posizione incontrastata nel settore dei pagamenti digitali.

“L’operazione, che comporta l’aggregazione di due importanti operatori, interessa numerose attività nell’ambito dei pagamenti digitali, come i servizi di merchant acquiring, processing, emissione delle carte di pagamento, compensazione al dettaglio dei pagamenti, trasmissione dei dati interbancari, nonché i servizi per la fornitura e la manutenzione degli Atm”.

“L’istruttoria svolta dall’Autorità ha consentito di verificare che il settore dei servizi di pagamento è oggi caratterizzato dall’offerta di servizi spesso verticalmente integrati e ad alta componente tecnologica. Inoltre, esso è contraddistinto da una rapida evoluzione, stimolata anche dall’adozione di norme di armonizzazione a livello europeo, che ha favorito le evidenti dinamiche di consolidamento fra gli operatori, motivate anche da ragioni di efficienza”, si legge in una nota dell'autorità.

In particolare, l’Autorità ha rilevato che l’operazione di concentrazione è idonea a produrre la costituzione o il rafforzamento della posizione dominante dell’entità post-merger nei mercati nazionali del processing delle carte del Circuito Bancomat e dei servizi di clearing dei prodotti non-Sepa, sebbene l’evoluzione prevista per tali mercati indichi che questa situazione sia solo temporanea.

Pertanto, nell’autorizzare l’operazione, l'Antitrust ha imposto a Nexi e Sia alcune misure di carattere comportamentale e strutturale, “al fine di risolvere le preoccupazioni emerse nel corso dell’istruttoria riguardo ai possibili effetti anticoncorrenziali derivanti dall’operazione stessa in tali mercati”.

Ma vediamo nello specifico in cosa consistono le misure dettate dall’Ente regolatore. Prima di tutto, la rinuncia, da parte di Nexi, all’esclusiva contenuta nei contratti con equensworldline con specifico riferimento ai servizi di processing domestico e di clearing non-Sepa; successivamente, la predisposizione, da parte di Nexi e Sia, fino alla data in cui la nuova piattaforma bancomat diventerà operativa, di un’offerta non discriminatoria, chiara e trasparente relativa alle attività di acquiring processing e di issuing processing delle carte domestiche; poi, la predisposizione da parte di Nexi e Sia, per un periodo di tre anni, di un’offerta chiara e trasparente relativa all’attività di clearing dei prodotti non-Sepa; infine, l’Autorità chiede la cessione dei contratti di clearing non-Sepa attualmente sottoscritti da Nexi con le banche clienti.

L’insieme delle misure, spiega l'Antitrust, ha l’obiettivo di “garantire agli eventuali nuovi entranti la possibilità di operare efficacemente a livello commerciale e a prevenire discriminazioni. Le misure tengono conto del fatto che per entrambi i mercati ci si attendono, in un periodo relativamente breve, importanti modifiche che ne determineranno un diverso assetto competitivo”.

Guardando invece all’azionariato, per ora tutto prosegue in linea con le aspettative e si avvicina quel riassetto atteso ormai da un oltre un anno: la Cassa Depositi e Prestiti avrà circa il 17%, Intesa Sanpaolo il 6%, mentre i fondi di private equity (Bain Capital, Advent, Clessidra e Hellman & Friedman) circa il 30%, quota destinata ad essere ridotta nel tempo tramite futuri collocamenti.