Google aggira la crisi dei semiconduttori: chip in casa su Chromebook dal 2023
Mossa che segue le orme di Apple, Amazon, Facebook, Microsoft, Tesla e Alibaba
Google inserirà chip prodotti in-house nei propri computer e tablet, nell'ottica di superare l'attuale crisi globale dei semiconduttori evitando l'esternalizzazione della produzione. Lo riporta il quotidiano giapponese Nikkei Asia, che aggiunge che l'azienda prevede di implementare le proprie unità di elaborazione nei laptop e tablet Chromebook a partire dal 2023.
Al momento, Google usa Cpu prodotte da Intel e Amd per i suoi Chromebook. L'azienda, in questo sforzo, segue le orme di Apple, che sostituirà i chip di Intel con unità prodotte in casa. Secondo il Nikkei, Google è stata "particolarmente ispirata" dal successo di Apple nell'assemblare i chip per gli iPhone e nel sostituire i processori di Intel nei suoi Mac.
Google aveva già fatto sapere all'inizio di agosto che anche i nuovi smartphone Pixel, pronti per il lancio in autunno, avrebbero presentato per la prima volta dei chip sviluppati dall'azienda internamente, chiamandoli Google Tensor.
Dal 2016 era Qualcomm a fornire i chip a Google per la linea Pixel. Il boom della domanda di semiconduttori, i ritardi nella produzione e i colli di bottiglia nella catena del valore dovuti alla pandemia, ha causato grosse inefficienze nella supply chain mondiale, dove mancano i chip e le industrie, dai produttori di auto ai colossi dell'elettronica, sono sotto pressione.
Google, in questo contesto, segue le orme di grandi aziende tech come Amazon, Facebook, Microsoft, Tesla e Alibaba, che stanno cercando di diventare autosufficienti nella produzione dei chip e superare la crisi, rivoluzionando un settore finora dominato da specialisti dei semiconduttori come Taiwan Semiconductor Manufacturing, Qualcomm, Intel, AMD, e Samsung.