Inflazione: nel 2022 dal governo aiuti per 52 miliardi, il 3% del pil

Le misure hanno tenuto la spinta inflazionistica sotto il 10%, senza produrre ulteriore deficit

Mario Draghi
Economia
Condividi su:

Dal governo Draghi 52 miliardi di aiuti contro l'inflazione

“Nel 2022 ammontano a 52 miliardi di euro le misure contro il rincaro dei prezzi introdotte dal governo Draghi a favore di famiglie e imprese. Una cifra importante, pari a 3 punti percentuali di Pil, che include anche i 17 miliardi di euro previsti dal decreto Aiuti bis approvato nelle settimane scorse”. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. “Assieme al boom delle presenze turistiche,   alla forte ripresa degli investimenti, in particolar modo nel settore delle costruzioni, e al buon andamento delle esportazioni, le misure di contenimento dell’inflazione hanno garantito al Paese, almeno nella prima parte di quest’anno, un discreto risultato economico che pochi avevano previsto”.

“La riduzione degli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas, la riduzione dell’Iva sul gas per usi civili, i crediti di imposta sulle bollette energetiche delle imprese, la riduzione delle accise sui carburanti, il bonus da 200 euro per i redditi fino a 35mila euro ecc.”, spiega l'istituto mestrino, “hanno solo in parte frenato il caro vita (+8% in un anno), ma comunque sono state determinanti per mantenere la spinta inflazionistica sotto la soglia del 10%”.

“Certo - commenta la Cgia - si poteva fare meglio e di più, tuttavia, in una fase di grave incertezza politica e con una guerra alle porte, il risultato ottenuto non va assolutamente disprezzato. Ricordiamo, altresì, che questi 52 miliardi di spesa corrente non andranno ad aumentare il deficit pubblico”.

"Grazie alla crescita del Pil e agli effetti dell’inflazione, le entrate tributarie e contributive del Paese nei primi sei mesi di quest’anno sono cresciute di 39 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un incremento che poteva essere ancor più significativo se le grandi imprese energetiche non avessero adottato un comportamento elusivo che, fino ad ora, è costato all’erario un mancato gettito di poco superiore ai 3 miliardi di euro" rileva l'ufficio studi della Cgia di Mestre.

"Dei 4,2 miliardi di euro attesi entro il 30 giugno scorso con la prima rata del contributo straordinario sugli extraprofitti imposto nei mesi scorsi dal governo Draghi", spiega la Cgia, "lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo. Se la nuova norma per recuperare queste mancate entrate inserita nel decreto Aiuti bis non avesse effetto, l’erario potrebbe perdere quest’anno oltre 9 miliardi dei 10,5 previsti con l’introduzione di questa tassazione sugli extraprofitti".