L'euro debole avvantaggia l'Italia: pil in crescita anche nel 2023
Lo scorso anno l'export verso gli Usa dei prodotti manifatturieri è stato di 47 miliardi e quest'anno potrebbe crescere ulteriormente
L'Euro debole è un vantaggio per l'industria italiana
Difficile trovare entusiasmo e ottimismo in un momento in cui il gas vola sopra i 300 euro al Mw/h facendo presagire un autunno caldo (per le aziende) e un inverno gelido (per le case degli italiani). Eppure qualche motivo per essere tiepidamente ottimisti c'è, ed è merito di un euro particolarmente debole, scivolato sotto la parità con il dollaro. Alcuni effetti di questo nuovo rapporto si vedono a occhio nudo: le mete turistiche e le città italiane sono invase di turisti americani che si danno di gomito quando scoprono quanto sia aumentato il loro potere d'acquisto. Non avranno del tutto soppiantato russi e ucraini, ma sicuramente i cittadini statunitensi stanno facendo la parte del leone.
Ma non solo: come fa notare il chief economisti di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice - intervistato su Repubblica - "quando una valuta perde terreno gli effetti non sono mai univoci: ci sono settori che sfruttano il vantaggio competitivo per vendere meglio all’estero beni e servizi, altri che pagano di più le importazioni. Ma partiamo da un dato: all’inizio degli anni Duemila l’avanzo commerciale dell’Italia, al netto della bolletta petrolifera, era di circa 30 miliardi di euro. Nei primi sei mesi di quest’anno siamo già a quota 43 miliardi. Significa che siamo diventati più bravi a produrre beni di medio-alta qualità e a esportare; e la debolezza dell’euro è un elemento a favore, da non sottovalutare".
Il punto è proprio questo: l'industria italiana ha saputo costruirsi una sua nicchia di mercato, producendo manufatti di livello, con costi competitivi. E la lezione del Covid è servita ad accorciare la catena di fornitura, che ora è più agile e al riparo da eventuali problemi logistici. Non è un caso che con il Pnrr siano stati stanziati a marzo 3,1 miliardi per le filiere industriali strategiche. E ancora: come fa notare De Felice su Repubblica lo scorso anno la manifattura italiana ha esportato 47 miliardi di euro verso gli Usa a fronte di un import di 12,4. C'è da credere che quest'anno, complice un biglietto verde ancora più forte, la cifra possa ulteriormente aumentare.
È vero: un euro "scarico" diventa un problema per i pagamenti delle forniture, ma rappresenta anche un'ottima opportunità per tutti quei settori che esportano molto e che in questo momento sono particolarmente attraenti. Il premier Draghi ha dichiarato che l'Italia è resiliente, indipendentemente dal governo che verrà. Intanto, contro ogni pronostico, il nostro Paese è cresciuto più delle attese e anche il prossimo anno, a meno di catastrofi al momento imponderabili, non dovrebbe incontrare la recessione che potrebbe abbattersi su altri Paesi europei.