L'Italia lancia il nuovo Btp a otto anni: è tornata la febbre da bond
Tra inflazione, incertezza e rendimenti che si rialzano, in molti hanno deciso di riprendere a scommettere sui titoli di stato
Torna la febbre da bond
È stato un periodo a dir poco fuori dall’ordinario per i mercati obbligazionari. Il reddito fisso è stato spesso considerato il cugino noioso delle azioni, soprattutto nell'ultimo decennio di bassi rendimenti. Gli ultimi mesi, tuttavia, sono stati tutt'altro che noiosi, anche se per le ragioni sbagliate. Come spiega Paul Grainger, Head of Globale Fixed Income & Currency di Schroders, le obbligazioni hanno registrato un calo record, ma ora potrebbero offrire uno dei migliori rendimenti degli ultimi anni. Sono tre le ragioni principali per cui le obbligazioni sono particolarmente appetibili in questo momento: i livelli di rendimento sono di nuovo interessanti e il potenziale di rendimento è buono; le obbligazioni sono un buon diversificatore, soprattutto in periodi di incertezza economica; il numero di rialzi dei tassi attualmente prezzato nei mercati obbligazionari non si realizzerà a causa del picco dell'inflazione e del rallentamento della crescita.
Cosa ha determinato il calo delle obbligazioni?
Tra gennaio 2021 e metà maggio 2022, il reddito fisso globale ha subito una flessione del -17,6% (Bloomberg Global Aggregate Bond Index), il peggior ribasso dall'inizio dei dati nel 1990. In confronto, il calo durante la crisi finanziaria globale del 2008, calcolato dal picco alla fine, è stato del -10,8%. Dall'inizio del 2022, i titoli obbligazionari si sono trovati ad affrontare una combinazione di inflazione elevata e una svolta hawkish da parte delle principali Banche Centrali. Il cambiamento nella retorica e nella comunicazione dei policymaker si è tradotto in un effettivo rialzo dei tassi. A ciò si aggiunge l'incertezza legata alla guerra in Ucraina e alla pandemia di Covid ancora in corso, con parti della Cina attualmente sottoposte a severi lockdown.
Un movimento di mercato sorprendente
Non sorprende che le obbligazioni abbiano sofferto in queste circostanze, ma la velocità del movimento è stata sbalorditiva. In alcuni casi, quello che normalmente accade in un intero ciclo economico è stato interamente prezzato nell’arco di poche settimane. Il movimento è stato più estremo se si considera il punto di partenza. Le condizioni senza precedenti dell'ultimo decennio circa hanno visto rendimenti persistentemente in calo e comunque a livelli storicamente bassi.
Le attuali turbolenze, pur essendo dolorose e inquietanti, offrono sempre più opportunità. A nostro avviso, le valutazioni hanno superato i fondamentali macroeconomici. Con il tempo, dovrebbero tornare indietro. Oltre ai potenziali rendimenti interessanti, riteniamo che le preoccupazioni per i rischi di ribasso della crescita possano far emergere con maggiore evidenza i vantaggi delle obbligazioni come diversificatore rispetto alle azioni.
L'aumento dei tassi d'interesse ci deve preoccupare?
Da tempo le Banche Centrali si preparano a normalizzare le condizioni di politica monetaria. Alcune valutazioni dei mercati obbligazionari riflettono già un ciclo completo di rialzi dei tassi, superando a nostro avviso un livello realistico. Per il resto dell'anno, il tasso implicito (la differenza tra il rendimento attuale e il tasso a termine indicato nel mercato degli swap) prezza quasi otto rialzi dei tassi negli Stati Uniti, cinque nel Regno Unito e addirittura quattro per quella è da tempo la “colomba” per antonomasia, la Banca Centrale Europea (BCE). Per il prossimo anno, il numero di rialzi dei tassi previsti è persino più elevato. Riteniamo che molti di questi rialzi dei tassi non si realizzeranno e che, man mano che un numero sempre maggiore di investitori si convince di ciò, i rendimenti dei Titoli di Stato scenderanno.
È importante notare che la natura lungimirante dei mercati obbligazionari fa sì che le Banche Centrali non abbiano bisogno di invertire l'attuale orientamento di politica monetaria. È sufficiente che il mercato si concentri maggiormente sulla debolezza della traiettoria di crescita e meno sull'inflazione. I segnali che indicano che i banchieri centrali sono sempre più diffidenti nei confronti del trade-off tra il controllo dell'inflazione e della crescita sono un segno sicuro dell'imminenza di un cambiamento nella comunicazione. In effetti, abbiamo già visto la Banca d'Inghilterra emettere una nota di cautela sulla traiettoria di crescita.
Nuova emissione di Btp a otto anni
Il Mef ha comunicato che è disponibile da oggi la diciassettesima emissione del Btp Italia, con cedola fissata all’1,60%. Il tasso definitivo sarà invece stabilito con successiva comunicazione all’apertura della quarta giornata di emissione, nella mattinata di giovedì 23 giugno e potrà essere confermato o rivisto al rialzo. Il Titolo, con godimento 28 giugno 2022 e scadenza 28 giugno 2030, è un BTP indicizzato al tasso di inflazione italiana, con cedole corrisposte ogni 6 mesi insieme alla rivalutazione del capitale per effetto dell’inflazione dello stesso semestre.
Inoltre, per coloro che sottoscriveranno il Titolo in questa fase e lo deterranno fino a scadenza, quindi per l’intera durata degli 8 anni, è previsto un premio fedeltà complessivo pari all’1% del capitale investito. In particolare, agli investitori retail che acquistano il titolo durante la Prima Fase del periodo di collocamento e lo detengono fino al termine dei primi quattro anni (28 giugno 2026), il MEF corrisponderà un premio fedeltà intermedio pari allo 0,4% del capitale nominale acquistato non rivalutato. Dopo i successivi quattro anni, alla scadenza del titolo (28 giugno 2030), agli investitori retail che hanno continuato a detenere il titolo dall’emissione fino alla scadenza, sarà corrisposto un premio finale pari allo 0,6% del capitale nominale sottoscritto non rivalutato.