Le famiglie italiane spendono fino a metà del reddito per la casa

Si amplia la forbice tra ricchi e poveri: l'incidenza della casa sul reddito fino a cinque volte più alta per i meno abbienti

Casa Milano
Economia
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Per le famiglie meno abbienti la casa è un salasso

Secondo i dati EU-SILC (European Union Statistics on Income and Living Conditions), una famiglia spende in media 320 euro mensili, a fronte di un reddito netto (al netto delle poste figurative) pari a 2.734 euro mensili nell’anno solare precedente. Le famiglie in affitto - sottolinea l'Istat - spendono mediamente di più, 579 euro al mese, mentre quelle proprietarie vedono più che dimezzare l’importo, a 263 euro. Quest’ultimo valore risulta superiore quando la casa è soggetta a mutuo (377 euro); se inoltre si considera tra gli oneri relativi all’abitazione anche la restituzione della quota in conto capitale compresa nella rata di mutuo, la spesa sale di molto, arrivando a 749 euro. Le famiglie in usufrutto spendono, invece, un ammontare decisamente inferiore (172 euro).

La spesa media per l’abitazione varia in misura ridotta in funzione del reddito disponibile delle famiglie: si va dai 288 euro per le famiglie meno abbienti ai 363 euro per le famiglie più benestanti. Ne risulta che, al variare del reddito, l’incidenza delle spese per l’abitazione sia fortemente eterogenea: dal 32,3% per le famiglie più povere, al 17% per quelle del secondo quinto, sino al 6,6% per quelle più abbienti. La quota delle spese per la casa sul reddito risulta dunque, per le famiglie del primo quinto, circa 5 volte superiore rispetto a quelle dell’ultimo. Ulteriore conferma delle condizioni di difficoltà osservate per alcuni segmenti della popolazione - ha spiegato Cristina Freguja, direttrice della Direzione centrale per le statistiche sociali e il welfare - viene dalla percentuale di famiglie che riferiscono di essersi trovate almeno una volta, nel corso del 2021, in arretrato con il pagamento delle spese per le utenze domestiche, l’affitto o le rate del mutuo (a livello nazionale rispettivamente il 6,2%, 9,4% e 2,7% delle famiglie). Il ritardo nei pagamenti delle spese per la casa si associa alla loro incidenza sul reddito disponibile: la quota di famiglie in ritardo coi pagamenti è più elevata nel quinto più povero, dove il 13,5% delle famiglie è in arretrato con le utenze (rispetto al 2% del quinto più ricco), il 16,3% delle famiglie che pagano un affitto è in arretrato con il pagamento e il 9,4% delle famiglie che hanno contratto un mutuo è in difficoltà con la rata.

Le famiglie in sovraccarico, ovvero con una quota di spese per l’abitazione sul reddito disponibile uguale o superiore al 40%, sono quasi 2 milioni e 500 mila famiglie (9,9% del totale). Lo rileva l'Istat, secondo cui le spese per l’abitazione (condominio, riscaldamento, gas, acqua, altri servizi, manutenzione ordinaria, elettricità, telefono, affitto, interessi passivi sul mutuo) rappresentano una parte significativa del bilancio familiare e possono incidere soprattutto sulle capacità di spesa delle famiglie meno abbienti. Nel corso di un'audizione al ministero del Lavoro, l'Istat ha fatto notare come l’evoluzione del processo inflazionistico nel 2021 e nella prima parte del 2022 abbia avuto un impatto maggiore sulle famiglie meno abbienti. Gli effetti eterogenei sono dovuti soprattutto al forte incremento dei prezzi dei beni energetici, i quali rappresentano una quota di spesa assai più elevata nel bilancio delle famiglie meno abbienti rispetto a quelle con condizioni economiche migliori.