Louis Gerstner, ex ad e presidente di Ibm, è morto a 83 anni. Ha risollevato un'azienda che rischiava la bancarotta
Si ritirò nel 2002, con le azioni cresciute dell'800%
Louis Gerstner
La società che aveva rivoluzionato, a partire dal 1981, il mercato dei pc, venne ceduta ai cinesi di Lenovo nel 2004
"Lou è arrivato all’ibm in un momento in cui il futuro dell'azienda era davvero incerto. La sua leadership ha rimodellato l’azienda non guardando indietro, ma concentrandosi su ciò di cui i nostri clienti avrebbero avuto bisogno", ha detto Arvind Krishna, oggi presidente e ad di Ibm, in una mail ai dipendenti in cui annunciava la morte del manager.
Gerstner era stato amministratore delegato di Nabisco e, nell'aprile 1993, dopo aver lavorato presso American Express e la società di consulenza McKinsey, era diventato il primo outsider a dirigere Big Blue, come veniva chiamata Ibm.
Durante i nove anni in cui ha guidato il gigante informatico, gli è stato ampiamente riconosciuto il merito di aver risollevato un'azienda che rischiava la bancarotta, orientandola verso i servizi alle imprese, cambiando radicalmente la cultura e l'orientamento della società riducendo le spese, vendendo attività e riacquistando azioni.
Gerstner si ritirò nel 2002, con le azioni che avevano registrato un aumento di circa l'800% rispetto a quando aveva iniziato, per poi diventare presidente di Carlyle Group fino al 2008.
Non riuscì comunque ad evitare la vendita del comparto computer, che era stato dal 1911, anno della fondazione della società, il core business di Ibm. La società che aveva rivoluzionato, a partire dal 1981, il mercato dei pc, venne ceduta ai cinesi di Lenovo nel 2004. Oggi Ibm si occupa infatti soltanto di servizi software, Ai e cloud con continue innovazioni nel settore del quantum computing e sostenibilità.
Nel 1989, l’ex-ad, ha fondato la Gerstner Philanthropies, che sostiene la ricerca biomedica, le iniziative ambientali e educative e i servizi sociali a New York City, Boston e Palm Beach County, in Florida.
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