Manager / Luca Ferrari, dal sogno di un ragazzo veronese all’impero tech da miliardi: chi è l'italiano che guida Bending Spoons

Da Verona a Milano, passando per Copenaghen: Luca Ferrari ha trasformato un gruppo di studenti in un unicorno tech da miliardi, conquistando milioni di utenti e puntando ora all’acquisizione di AOL

di Rosa Nasti

Luca Ferrari CEO Bending Spoons

Economia

Manager / Bending Spoons e la scommessa di Luca Ferrari: così un unicorno italiano punta ad AOL

Per una volta, è un’azienda italiana a dominare le prime pagine internazionali di finanza e tecnologia. Bending Spoons, la società milanese specializzata nello sviluppo di applicazioni mobili, tratta con Yahoo (controllata da Apollo Global Management) l’acquisto di America Online (AOL), uno dei marchi più iconici della prima Internet americana. Un affare che, se andrà in porto, consacrerà definitivamente l’azienda fondata da Luca Ferrari tra i protagonisti globali dell’economia digitale.

Ma chi è questo giovane imprenditore veronese che in poco più di dieci anni ha portato un gruppo di ingegneri italiani a costruire un impero da 2,55 miliardi di dollari nel 2024, un fatturato di 706 milioni di dollari e oltre 300 milioni di utenti mensili sulle sue app?

Ferrari nasce nel 1985 a Settimo di Pescantina, piccola frazione immersa nella campagna veronese. Figlio unico di una coppia di parrucchieri, da ragazzino non sa ancora cosa significhi essere un imprenditore, ma coltiva il sogno di costruire "qualcosa di grande". Dopo la laurea in ingegneria a Padova, decide di proseguire gli studi in Danimarca, alla Technical University of Denmark. È lì che incontra i futuri cofondatori di Bending Spoons, Francesco Patarnello, Matteo Danieli, Luca Querella e il polacco Tomasz Greber.

Il nome scelto per la loro startup non è casuale. "Bending Spoons" rimanda a una celebre scena del film Matrix (1999), in cui un bambino con la testa rasata e l’abito da monaco piega un cucchiaio con la sola forza della mente. Ferrari ha 14 anni quando vede il film al cinema, e quella scena diventa un simbolo: ciò che appare impossibile può essere realizzato attraverso disciplina, impegno e visione.

Quella stessa filosofia guiderà la sua vita e il suo lavoro: piegare ciò che sembra rigido, trasformare i limiti in opportunità, usare la mente per andare oltre l’immaginabile. Il percorso non inizia però con un colpo da maestro. Nel 2010, Ferrari e i suoi compagni lanciano la loro prima startup, Evertale, un diario digitale che si scriveva da solo grazie all’intelligenza artificiale. Il progetto raccoglie un milione di euro da un fondo di venture capital, ma dopo poco tempo si rivela insostenibile.

Restano solo 40mila euro in cassa. Con quelli, il gruppo decide di riprovarci: nel 2013 nasce Bending Spoons. Stavolta l’idea funziona: l’azienda cresce rapidamente e diventa uno dei più importanti sviluppatori di applicazioni al mondo, fino ad arrivare all’attuale valutazione miliardaria.

Ferrari è tra i primi a comprendere che lo smartphone non è un gadget, ma un oggetto destinato a sostituire interi settori. Questa sua visione spinge Bending Spoons a sviluppare applicazioni capaci di sfruttare appieno la nuova era digitale. Alcune, come Remini (editor fotografico basato su AI) e Splice (montaggio video), conquistano milioni di utenti in tutto il mondo.

"Acquistiamo un’azienda tecnologica, immaginiamo come dovrebbe essere per avere il massimo successo possibile nel lungo termine e lavoriamo per trasformare quella visione in realtà" spiega Ferrari. È un approccio pragmatico e ambizioso, che ha portato Bending Spoons ad acquisire piattaforme come Meetup.

La chiave, secondo Ferrari, è la cultura aziendale: un team motivato, collaborativo e resiliente, in grado di adattarsi a progetti diversi con gli stessi strumenti e principi. Ma Luca Ferrari non è un imprenditore ossessionato solo dai numeri. È un lettore vorace (fino a 50 libri l’anno), vegano per scelta etica e ambientale, e ha una routine quotidiana fatta di sport, tempo per la famiglia e ascolto di audiolibri.

Ovviamente non tutto è stato un successo. Durante la pandemia, Bending Spoons sviluppò per il Governo l’app di tracciamento Immuni, che però non ebbe l’impatto sperato. Ferrari lo considera comunque un passaggio importante: "Abbiamo dedicato a Immuni un terzo dell’azienda per mesi, gratis, e ci siamo presi molte critiche. Ma se il nostro senso civico è stato d’ispirazione, allora ne è valsa la pena".

Pur avendo iniziato a Copenaghen, Ferrari ha scelto di radicare la sua azienda a Milano, con l’obiettivo di dimostrare che anche in Italia è possibile costruire campioni tecnologici globali. "Se avessimo avuto successo partendo dalla Danimarca, l’impatto sarebbe stato minore. L’Italia ha un potenziale enorme che deve solo essere liberato". Ma sul Paese non usa mezzi termini: "L’Italia non è ancora un Paese per giovani quanto dovrebbe. Siamo troppo tradizionalisti, troppo avversi al cambiamento. Se vogliamo un futuro radioso, dobbiamo imparare a innovare".

Che si tratti di acquisire AOL, di lanciare un’app o di reinventare un settore, Ferrari si muove sempre con la stessa filosofia: piegare l’impossibile con la forza della mente. Un approccio che, in poco più di un decennio, ha trasformato un gruppo di studenti in uno degli unicorni tecnologici più solidi d’Europa. Forse, per descriverlo davvero, basta tornare a quella scena di Matrix: il cucchiaio non esiste. Esiste solo la capacità di immaginare e costruire un nuovo mondo.

LEGGI ANCHE:  Bending Spoons tratta con Yahoo per acquistare AOL: in ballo 1,4 miliardi per portarsi a casa un pezzo di storia di Internet

Tags: