Mediobanca, i grandi investitori istituzionali sostengono l’ops su Banca Generali

Dal fondo sovrano norvegese Norges alle casse pensione di California, Canada e New York: voto favorevole all’offerta di Piazzetta Cuccia

di Redazione
Economia

Mediobanca, i grandi investitori istituzionali sostengono l’ops su Banca Generali

A pochi giorni dall’assemblea del 21 agosto, Mediobanca incassa il sostegno dei grandi investitori istituzionali internazionali all’ops su Banca Generali. Diversi fondi sovrani e pensionistici di primo piano hanno reso noto il proprio voto favorevole attraverso i rispettivi siti ufficiali.

Tra questi spicca Norges Bank Investment Management, il maggiore fondo sovrano al mondo con un portafoglio di 1.900 miliardi di dollari, titolare di circa l’1,45% del capitale di Mediobanca. Si schierano a favore anche i grandi fondi pensione nordamericani: California State Teachers' Retirement System (CalSTRS), il più grande al mondo per il settore scolastico con oltre 350 miliardi di dollari di asset; California Public Employees' Retirement System (CalPERS), che gestisce un patrimonio di oltre 500 miliardi di dollari e detiene circa lo 0,2% del capitale; Canada Pension Plan Investments (Cpp Investments), con oltre 700 miliardi di dollari in gestione; Florida State Board of Administration (SBA Florida), con 260 miliardi di dollari di asset e una quota dello 0,15% di Piazzetta Cuccia; e il New York City Comptroller, che amministra i cinque sistemi pensionistici della metropoli per 285 miliardi di dollari ed è titolare di 115.000 azioni Mediobanca.

Secondo la nota, queste decisioni confermano le posizioni già espresse in vista della precedente assemblea di Mediobanca, poi rinviata, e si allineano al giudizio unanime e favorevole dei principali proxy advisor internazionali (Iss, Glass Lewis e Pirc).

Le implicazioni per Mediobanca e per il sistema bancario italiano

Il sostegno dei grandi investitori istituzionali rappresenta un segnale politico oltre che finanziario. Per Mediobanca significa poter contare su un azionariato globale che appoggia la strategia di rafforzamento del wealth management, settore chiave per la redditività futura. L’ops su Banca Generali, se approvata, modificherebbe gli equilibri interni, consolidando il peso di Piazzetta Cuccia come player di primo piano nella gestione del risparmio, con dimensioni paragonabili ai grandi gruppi europei.

Per il settore bancario italiano, l’operazione aprirebbe scenari nuovi: una concentrazione nel private banking e nel wealth management che potrebbe spingere altre banche a muoversi sullo stesso terreno. L’eventuale integrazione con Banca Generali toglierebbe inoltre un asset strategico dal perimetro del gruppo Generali, alimentando il dibattito sugli assetti di controllo del Leone di Trieste.

In gioco non c’è solo un’operazione finanziaria, ma l’evoluzione stessa della governance bancaria italiana. Mediobanca, tradizionalmente baricentro degli equilibri tra istituzioni e industria, punta a ridefinire il proprio ruolo: da custode degli assetti a protagonista della crescita. E questa volta, dietro c’è un sostegno internazionale difficile da ignorare.

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