Mediobanca, "ops su Banca Generali? Una mossa studiata anche dal Leone. Ora il governo ne resti fuori"

L’offerta rafforza l’asse con Trieste e complica i piani di Siena. L'operazione di Nagel sarà approvata? L'intervista di Affari a Giuseppe de Falco, partner dello studio legale Ughi e Nunziante

di Rosa Nasti
Alberto Nagel e Francesco Gaetano Caltagirone
Economia

Ops di Mediobanca: "Offerta su Banca Generali? Una strategia condivisa con Trieste"

Da preda a predatore: Alberto Nagel cambia il copione e prende tutti in contropiede lanciando un'Ops su Banca Generali da 6,3 miliardi e la contestuale cessione della partecipazione del 13,1% di Piazzetta Cuccia nelle Generali. Una mosa che mira a raffrozare il wealth management di Mediobanca certo, ma anche una strategia volta a disinnescare la leva con cui gli sfidanti volevano scalare il Leone di Trieste.

Se da un lato infatti Mediobanca punta a inglobare Banca Generali per creare un nuovo polo nazionale del risparmio gestito; dall’altro, la cessione della propria quota è un gesto che, nella sostanza, chiude la porta a chi come Francesco Gaetano Caltagirone e i suoi alleati mirava a usare Mps per scalare Mediobanca e, da lì, salire al vertice del Leone triestino.

Insomma, un colpo da maestro, quello di Nagel, che rimescola le carte e conferma una verità non scritta: nel grande risiko bancario italiano, tutte le strade portano sempre a Trieste. Per capirne di più, Affaritaliani.it ha intervistato Giuseppe de Falco, partner dello studio legale Ughi e Nunziante.

Perché l’offerta di Mediobanca su Banca Generali è così importante e cosa c’è davvero in gioco?
 

È importante perché rimescola nuovamente le carte di una battaglia senza quartiere nel mondo finanziario italiano, è importante per le dimensioni del nuovo soggetto, è importante perché delinea un’alternativa al progetto MPS.

I mercati applaudono l’operazione di Nagel. Volano i titoli di Banca Generali e Mps. Come possiamo leggere quest'andamento dei titoli?

L’interesse per questi titoli mi pare tattico ossia dovuto alla contesa in corso. 
 
La mossa di Nagel è davvero solo difensiva, o possiamo leggerla come un tentativo di rifondare l’identità di Mediobanca?

Non c’è dubbio che si tratti di una mossa difensiva, sia dal punto di vista tecnico-legale ai sensi dell’articolo 104 TUF, sia dal punto di vista sostanziale perché da un lato mira a render più difficile il progetto MPS e, dall’altro, a suggellare un’alleanza con Generali dove nel recente rinnovo del CdA ha vinto la lista di Mediobanca. Quindi, è un contrattacco in piena regola e quindi ha in sé aspetti difensivi e offensivi.  

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Quanto pesa in questa partita l’ombra della politica industriale e del governo?

Il governo ha assunto una posizione interventista che va ben oltre la necessità di tutelare e valorizzare in ottica di vendita la propria partecipazione in MPS. Lo stesso Nagel, nelle sue dichiarazioni alla stampa, ha tenuto a rimarcare che l’operazione tende a creare un nuovo soggetto italiano. Tuttavia, proprio all’interno del governo, si sono espresse voci che non hanno risparmiato critiche a questo atteggiamento. 
 
Laddove l'Ops andasse in porto, Mps non potrebbe più ottenere la partecipazione in Generali. In questo caso avrebbe ancora senso la sua offensiva su Mediobanca?

Vedremo. Nulla è scontato. Molto dipende dall’esito delle due offerte e anche dai rispettivi periodi di adesione.  
 
Quale interesse ha Assicurazioni Generali a cedere la propria banca e quindi a ridurre la propria strategia di diversificazione? Con cosa in cambio?

Anche in questo caso, mi pare prevalente l’aspetto difensivo della mossa rispetto a quello strategico che rimane sullo sfondo.
 
Questa mossa è una fuga dalle mire ostili di Caltagirone & co?

La domanda è calzante e ha in sé la risposta: lo scopo principe dell’operazione è allontanare le mire dei soci industriali. Trattandosi di una mossa difensiva in senso tecnico, l’assemblea ordinaria di Mediobanca dovrà approvarla e qui possono giocare un ruolo di interdizione Delfin e Caltagirone. Spero che non venga chiamato in causa il governo o che questo non decida di muoversi con interferenze di mercato di dubbia tenuta.   
 
A oggi, chi è il vero vincitore e chi il vero sconfitto di questo colpo di scena?

Non c’è un vincitore, la partita è ancora aperta ma sicuramente questa mossa è stata ben studiata a Piazzetta Cuccia ma, credo, anche a Piazza Duca degli Abruzzi.

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